Corriere della Sera

Wall Street crolla per colpa dei dazi

Trump firma, Wall Street perde il 2,9 per cento. Pechino: combattere­mo. Europa esentata dalle tariffe

- di Giuseppe Sarcina

Trump dichiara la «guerra commercial­e» alla Cina con i dazi. Ma la Borsa di Wall Street reagisce male e trascina in giù i titoli.

WASHINGTON Attacco alla Cina. Esenzione per l’unione Europea. Donald Trump firma l’ordine esecutivo che impone dazi per un valore di 60 miliardi sull’importazio­ne di circa 1.300 prodotti cinesi: «E questo è solo il primo di molti altri», ha detto agitando la penna. Il 22 marzo potrebbe essere ricordato come il giorno in cui cominciò la guerra commercial­e tra Pechino e Washington. Wall Street ne ha preso nota, chiudendo con una perdita del 2,9%.

Per l’europa, invece, una buona notizia. Oggi entra in vigore la prima ondata di tariffe statuniten­si, quella sull’import di acciaio (25%) e di alluminio (10%). Gli Usa, però, in extremis hanno esentato i 28 Paesi dell’unione Europea, oltre ad Argentina, Australia, Brasile e Corea del Sud. Canada e Messico erano già fuori. Le pressioni degli europei hanno raggiunto un primo obiettivo. Ieri Cecilia Malmstrom, commissari­a al Commercio Ue, ha discusso a lungo con Robert Lighthizer, il rappresent­ante per il «trade» della Casa Bianca.

Non è finita, però. Trump ha avvertito in diretta televisiva: «Stiamo negoziando con l’unione Europea, perché hanno barriere commercial­i troppo alte. Stiamo trattando con altri Paesi. Per troppo tempo si sono avvantaggi­ati a nostre spese. Ogni volta che incontro il premier giapponese Shinzo Abe, un mio grande amico, vedo il suo sorrisetto. Immagino che pensi: come abbiamo fatto ad approfitta­re degli americani per così tanto tempo? Bene quell’epoca è finita. La parola chiave per me è “reciprocit­à”. Il commercio deve essere equilibrat­o, le condizioni di apertura dei mercati devono essere uguali, come se fossero riflesse in uno specchio. Questa è una delle ragioni, forse tra le principali, per cui sono stato eletto».

Lo stesso presidente americano, però, ha chiarito in maniera netta che il «problema numero uno» è la Cina: «Con Pechino abbiamo un deficit commercial­e di 500 miliardi di dollari, più della metà degli 800 miliardi di disavanzo che abbiamo con il resto del mondo. Dobbiamo fare qualcosa». La categoria di beni cinesi più colpiti è quella tecnologic­a, dalle componenti elettronic­he all’aerospazio. Non a caso Trump ha invitato alla cerimonia della firma l’amministra­tore delegato della multinazio­nale americana Lockheed-martin, Marillyn Hewson.

Adesso bisognerà attendere la contromoss­a cinese. Arriverà presto. L’ambasciata a Washington già precisa: «Se gli Stati Uniti dichiarano guerra commercial­e, la Cina combatterà fino alla fine per difendere i propri legittimi interessi con tutte le misure necessarie».

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Il presidente Usa Donald Trump, 71 anni
Casa Bianca Il presidente Usa Donald Trump, 71 anni

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