Corriere della Sera

Paura al Nord per due boati Erano jet in volo

Caccia in volo per intercetta­re un Boeing. Paura dalla Lombardia alla Val d’aosta

- Di Landro

È stato un allarme dirottamen­to e non una manovra incauta quella che, verso le 11.30 di ieri, ha creato apprension­e in mezza Lombardia: due caccia F-2000 «Eurofighte­r» della nostra Aeronautic­a militare hanno rotto il muro del suono provocando un boato avvertito anche in Piemonte. I jet erano decollati dalla base di Istrana (Treviso), sede del 51esimo Stormo. A mettere in allarme il comando un Boeing 777 dell’air France che, partito dall’isola della Reunion e diretto a Parigi, non rispondeva al contatto radio con l’agenzia italiana del traffico aereo. Il velivolo sembrava dirigersi verso Milano o Torino e il responsabi­le delle operazioni ha ordinato ai piloti di superare la barriera del suono e affiancare l’air France che, a quel punto, ha ripreso i contatti radio.

Ci sono due strisce bianche, parallele, nei cieli della Lombardia, mentre il panico per due forti esplosioni ravvicinat­e, alle 11.14, è ancora ai massimi livelli da Bergamo a Monza, da Varese alla Val d’aosta, e mentre una spiegazion­e sull’accaduto emerge già da fonti ufficiose, prima della conferma dell’aeronautic­a militare: due caccia F2000 Eurofighte­r si sono alzati in volo da Istrana (Treviso) per intercetta­re un Boeing 777 dell’air France che stava risalendo lungo i cieli italiani, diretto a Parigi, ma aveva perso improvvisa­mente il contatto radio con l’agenzia italiana del traffico aereo. «Per ridurre al minimo i tempi di intervento — scriverà poi l’aeronautic­a — i due velivoli hanno superato la barriera del suono».

Le due forti esplosioni non sono state altro che un boom sonico, l’effetto che si verifica quando un aereo va oltre i 1.200 chilometri orari, quindi a una velocità più alta delle onde sonore prodotte dagli stessi motori: il rumore inizia a propagarsi a cerchi ampi creando una sorta di cono con il conseguent­e effetto dell’esplosione, che viene avvertita a terra molto dopo il passaggio reale degli aerei.

Insomma, i due Eurofighte­r erano in missione di sicurezza, dopo il cosiddetto ordine di «scramble» (nel gergo militare definisce il decollo di un caccia intercetto­re per raggiunger­e e identifica­re un aereo sconosciut­o ndr) del Combined Air Operation Center: hanno raggiunto il Boeing Air France prendendo contatto con l’equipaggio e imponendo una manovra a 360 gradi, un cerchio completo in cielo con punto di partenza e d’arrivo all’altezza localizzat­o sopra il Cervino. Un passaggio necessario per avere un riscontro sulle condizioni di sicurezza dell’aereo, escludendo qualsiasi tipo di sospetto.

Un volo di sicurezza necessario, quindi, «tagliando» il Nord d’italia da Treviso al confine francese alpino nel giro di un quarto d’ora, ma seminando involontar­iamente il panico. A Bergamo, Monza, Varese, Saronno e in Val d’aosta, in non più di mezz’ora, le telefonate ai rispettivi comandi dei Vigili del fuoco, sono state 500. Banche, scuole e altri edifici pubblici, sono stati evacuati. Il 115 ha dovuto anche smentire una fake news, da Bergamo, che già rimbalzava sui social, su un’esplosione in un’azienda leader nella produzione di gas, la Siad: il panico andato oltre la realtà (nonostante la stessa azienda sia stata evacuata dai suoi responsabi­li, dopo i boati). Le prefetture e le questure si sono attivate per acquisire informazio­ni, ma nel giro di mezz’ora è stato chiaro che non c’erano vere emergenze. Fino alla nota ufficiale su quel volo supersonic­o.

Ben pochi i danni provocati dall’onda d’urto. Un vetro si è staccato da un rosone del soffitto e ha rischiato di ferire una guardia giurata all’ingresso della Procura di Bergamo: «Ha sfiorato me e anche un collega. Poi abbiamo fatto scattare l’evacuazion­e. Che spavento. L’unica volta nella vita in cui ho sentito un boato così ero un ragazzo, a Palermo, e rientravo dal mare. Era il 19 luglio del 1992: un’ora dopo ho saputo che avevano ucciso Borsellino».

Questa volta non è successo nulla. E non c’è niente su cui indagare: «Non esiste un reato — ha commentato il procurator­e di Bergamo Walter Mapelli, a cui è stata attribuita in giornata un’indagine che non c’è —. Possiamo solo ringraziar­e l’aeronautic­a per il suo pronto intervento». Air France ha confermato i problemi tecnici: «C’è stato un guasto al sistema di comunicazi­oni radio». Dopo il contatto con i due Eurofighte­r «il velivolo è stato autorizzat­o a procedere verso la sua destinazio­ne ed è atterrato a Parigi Orly alle 12.23». Quando l’onda d’urto del panico si era già, quasi, esaurita.

d I vetri sono crollati e ci hanno sfiorato, l’unica volta che ho sentito un botto così fu a Palermo il giorno della bomba contro Borsellino La guardia giurata

Non esiste un reato, possiamo solo ringraziar­e l’aeronautic­a per il suo intervento tempestivo: i caccia erano autorizzat­i al volo supersonic­o La Procura

I contatti persi

Il volo di linea per Parigi aveva perso i contatti radio per un guasto Evacuate alcune scuole

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