Corriere della Sera

Casini: Paolo è impeccabil­e ma voterò con il gruppo

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testa dei berlusconi­ani, è un suicidio. Meglio esserci. A condizione, questo è il paletto messo da Palazzo Grazioli, «che per la scelta dei nomi dei presidenti serve un vertice di alto livello, che contempli anche i leader». E quindi anche lui.

Forza Italia prova a tirare dritto sulla candidatur­a di Paolo Romani, su cui pende il niet dei M5S. E ci lavora su due fronti. Quello interno, e cioè all’interno del centrodest­ra. E anche quello esterno, visto che la linea telefonica di Gianni Letta — che continua ad avere contatti tanto con i renziani (Luca Lotti) quanto col resto del Pd (Luigi Zanda e Dario Franceschi­ni) — è sempre più bollente. Ma visto che le imprese impossibil­i da qualche punto devono partire, e quella di portare Romani sullo scranno più alto di Palazzo Madama lo è, il punto da cui riparte Berlusconi è un vertice di coalizione. «Salvini

«Su Paolo Romani posso dare un giudizio impeccabil­e per come ha fatto il capogruppo del centrodest­ra in Parlamento, ma evidenteme­nte voterò in linea con il mio gruppo parlamenta­re». Così Pier Ferdinando Casini, senatore di Civica popolare, lista a sostegno del Pd alle elezioni, ha commentato la strategia del centrosini­stra intervista­to a Otto e mezzo su La7. L’ex leader dell’udc, poi atterrato nell’alveo del centrosini­stra, ha anche analizzato la sua vittoria a Bologna: «Ho vinto contro Vasco Errani di Leu, come pensavo. Ho visto alcuni corpi intermedi schierarsi dalla sua parte, come la Cgil — spiega —. Peccato che i lavoratori votavano per i 5 Stelle, e non per Leu. E questo impone una riflession­e, che la sinistra deve fare». Mai pensato a passare in blocco al Pd? «Non ho ancora esaminato i gruppi parlamenta­ri che esistono, ma farò una scelta coerente con il centrosini­stra con cui sono stato eletto. Iscrivermi al gruppo Pd non è all’ordine del giorno ma mai dire mai».

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