Spia russa, l’unione europea va verso la linea dura
BRUXELLES Il Regno Unito ha chiesto l’appoggio dell’unione Europea contro la Russia di Vladimir Putin, accusandola di essere responsabile dell’attentato con gas nervino all’ex spia russa Sergei Skripal e sua figlia Yulia su territorio inglese. La premier britannica Theresa May ha cercato di convincere il Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’ue, nella seduta notturna a Bruxelles, che le strategie del Cremlino costituiscono un serio pericolo per tutta l’europa.
May ha trovato ampi consensi dalla Polonia e dai Paesi baltici. Dalia Grybauskaite, presidente della Lituania, che confina con l’enclave russa di Kaliningrad, starebbe considerando con altri Paesi l’espulsione dei diplomatici della Russia come ha già fatto May (e subito dopo Putin con le feluche britanniche). Il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, ha anticipato che il summit considera «altamente probabili» le responsabilità di Mosca sul caso gas nervino.
May ha fatto sapere di aver ottenuto aperture anche in un incontro a tre con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron. Il premier Paolo Gentiloni si è collocato tra i Paesi che non sottovalutano le conseguenze negative di un irrigidimento dei rapporti tra Bruxelles e Mosca, pur confermando di seguire la posizione comune europea. Il premier greco Alexis Tsipras è apparso il più convinto tra quanti, pur appoggiando la solidarietà a Londra, invitano ad aspettare l’esito delle indagini sugli attentati con gas nervino. Sulla stessa linea è la Bulgaria. Nel vertice si è lavorato comunque su una dichiarazione congiunta di sostegno al Regno Unito più netta di quella concordata lunedì scorso dai ministri degli Esteri Ue. I negoziati si sono estesi nella notte a causa di altri delicati temi discussi dopo la cena. Sono stati valutati l’annunciata esenzione dell’ue dai dazi protezionistici Usa su acciaio e alluminio, le proposte di tassazione dei giganti del digitale e i difficili rapporti con la Turchia.
Nella prima parte del Consiglio i 28 leader hanno ascoltato il presidente portoghese dell’eurogruppo Mario Centeno e quello della Bce Mario Draghi, che ha evidenziato rischi per la crescita economica soprattutto per il protezionismo. Il premier uscente Paolo Gentiloni è stato interrogato da molti colleghi sull’evoluzione della situazione politica e dei conti pubblici in Italia in seguito ai risultati delle elezioni del 4 marzo.