Corriere della Sera

Nicolay, travolto dal treno in corsa dopo la vendetta contro il pedofilo

Pisa, il 19enne prima di morire bruciò l’auto del suo aguzzino, un 75enne fermato ieri

- Marco Gasperetti mgasperett­i@corriere.it

Voleva punire l’uomo che aveva abusato di lui quando era un ragazzino. Far scomparire per sempre con il fuoco quell’auto nella quale era stato violentato. Era un pensiero fisso, un’ossessione, per Nicolay Vivacqua, 19 anni, studente dell’istituto tecnico Leonardo da Vinci di Pisa, origini russe, adottato da una coppia italiana. E la notte del 19 dicembre Nicolay, insieme a un compagno anche lui vittima del pedofilo, aveva deciso di agire. Ma nella fuga aveva trovato la morte. Non si era accorto, attraversa­ndo i binari, dell’arrivo di un treno che l’aveva travolto e ucciso sul colpo.

Nessuno era riuscito a spiegare perché Nicolay avesse bruciato quell’auto, una vecchia Ford, ma ieri dopo tre mesi di indagini della squadra mobile di Pisa, è stato scritto forse l’ultimo capitolo del giallo e arrestato quello che per gli investigat­ori sarebbe un pedofilo seriale.

Si chiama Piero Costia, 75 anni, pisano, ex carpentier­e in pensione e già allenatore di alcune squadre giovanili, nessun precedente penale. Il sospetto è che da anni adescasse decine di ragazzini presentand­osi come talent scout di importanti società di calcio di serie A. Da tempo gli investigat­ori lo tenevano sotto controllo e adesso, dopo alcune testimonia­nze (decisiva quella di un tredicenne marocchino che ha avuto il coraggio di rompere il muro di omertà) è finito in carcere.

Quando gli hanno messo le manette ai polsi lui ha negato tutto. «Avete sbagliato persona, io ho la fedina immacolata, non c’entro niente», ha detto agli agenti. Poi, quando ha letto l’ordinanza di custodia cautelare del gip Piero Cipolletta, è sbiancato in volto e si è chiuso in un silenzio impenetrab­ile.

Ad arrestarlo sono state tre poliziotte. Il vice questore e capo della Mobile, Rita Sverdiglio­zzi, il commissari­o Sandra Orsini e il sovrintend­ente capo Lara Danero. «Sono state straordina­rie e le ringrazio. Hanno lavorato non solo con grande profession­alità ma con una sensibilit­à assoluta», ha spiegato il questore di Pisa Paolo Rossi.

Il capo della Squadra Mobile, Rita, che è diventata mamma per la seconda volta tre mesi fa, nonostante il congedo ha continuato a seguire il caso. Ieri ha allattato la sua bambina e poi è andata a fare il suo dovere in questura.

Molto ancora ci sarà da fare. La sensazione è che l’inchiesta possa avere ulteriori, clamorosi, sviluppi. Le vittime, all’epoca tredicenni, per ora sono quattro. Ma scavando indietro negli anni sembra che stiano affiorando altri abusi. Il presunto pedofilo non sceglieva a caso le sue vittime. Individuav­a ragazzini con disagi sociali o particolar­i situazioni di povertà. Soprattutt­o

Le vittime

Quattro al momento le vittime del pedofilo, ma per la polizia il numero è destinato a crescere

Il sogno del calcio

Il pensionato adescava i minori «con regali o la promessa di introdurli nel mondo del calcio»

rom ed extracomun­itari. Sotto ricatto, subivano violenze e umiliazion­i. E avevano paura di confessare la verità.

«Con le vittime il sospettato sapeva anche essere un grande affabulato­re — racconta la dottoressa Sverdiglio­zzi —. Vendeva sogni a ragazzini in cerca di una vita migliore, li adescava cercando le prede più indifese. E a chi si sottomette­va ai suoi abusi sessuali regalava gelati, sigarette, pochi spiccioli e tante chiacchier­e».

Diceva loro con un sorriso che avrebbero fatto tanta strada nel mondo del calcio. E intanto, lentamente, distruggev­a la loro vita.

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Al mare Nicolay Vivacqua, il pisano di 19 anni, travolto da un treno il 21 dicembre scorso

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