Corriere della Sera

«L’altra faccia della passione. Da cancellare»

- G. A.

Sono un uomo e racconto la storia di una donna, storia di non amore, che vorrei non si ripetesse mai più. «Quante volte ho desiderato, sperato sino all’ultimo momento di ricevere un fiore, un pensiero gentile dal mio uomo e invece mai nulla; eppure non era stato sempre così. Ricordo ancora che il nostro primo incontro fu un vero colpo di fulmine: rimasi colpita dal suo sorriso, dal suo humour e dai suoi modi gentili, tanto da pensare di vivere in un sogno meraviglio­so. Mano a mano che il tempo passava rimasi però colpita dalla sua gelosia eccessiva e immotivata e dalle accuse quotidiane, paranoiche e irragionev­oli, fino a quando a colpirmi rimasero solo i suoi schiaffi, calci e pugni. Ogni giorno era diventato un incubo, passato a domandarmi dove fosse finita la persona meraviglio­sa che avevo conosciuto, trasformat­asi in un uomo violento, che dopo avere plasmato la mia vita in un inferno, nell’ultima e assurda scenata le pose fine con crudele brutalità. Da morta sono in un paradiso, e la compagnia certo non manca: in molte ci si racconta la propria storia dal comune epilogo, cosicché le ferite si rimarginan­o poco alla volta. Per tornare a essere felici basterebbe vedere cessare ogni violenza nei confronti di tutte le donne in qualunque parte del mondo. È cosa barbara, vigliacca e disumana, tuttavia ancora esiste e rende tanti uomini indegni di questo nome. Una donna».

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