Corriere della Sera

Il cuoco di Masterchef esordisce in tv da solo e parla di sé in terza persona: «Quest’anno ho proprio tirato fuori Barbieri». Il ricordo di un padre assente «che ho cominciato ad amare tardi»

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S ono un single incallito e anche un po’ viveur, però adesso vorrei un figlio». Anzi, una figlia, «perché sono cresciuto circondato da donne e lo vedo quanto mi diverto con le mie nipoti, le porto fuori, a fare shopping... i maschi invece giocano solo ai videogioch­i. Vorrei una bella figlia femmina». Da Bruno Barbieri non te lo aspetteres­ti, non tanto per i 56 anni già compiuti quanto per l’immagine (e la vita) che si è costruito, quella del giramondo impenitent­e, sempre con la valigia in mano e un biglietto aereo in tasca, in cerca di nuovi sapori, nuovi vestiti — va pazzo per la moda — e nuove esperienze. Il più longevo dei giudici di Masterchef (insieme a Joe Bastianich partecipa al talent dalla prima edizione del 2011), cuoco dal 1979 e oggi in procinto di condurre il primo programma tutto suo, 4 Hotel, arriva all’appuntamen­to direttamen­te da un viaggio a Tokyo: «Guarda come mi sono trasformat­o». Porta un paio di jeans a cavallo bassissimo di un designer giapponese — «Sono macchiati con gli enzimi, me li ha regalati lui perché non me li potevo permettere: costano 650 euro» — e due collane da un chilo l’una, forgiate a mano da un artista che vive in una roulotte nella foresta. Gli occhiali con le lenti rosa non se li toglie nemmeno per un secondo e come prima cosa fila in bagno: «Scusa vado a lavarmi le mani, in treno mi hanno toccato tutti». Il confine tra l’uomo e il personaggi­o è così labile che forse non esiste. Eppure lo chef emiliano che parla di sé in terza persona — «Quest’anno a Masterchef ho proprio tirato fuori Bruno Barbieri», ripete più volte — un rimpianto ce l’ha. «Ogni tanto mi pento di non essermi fatto una famiglia».

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