Corriere della Sera

Pressing di Nouy: continuiam­o a vedere banche con troppe poltrone

- Di Fabrizio Massaro

Iconsigli «pletorici», con oltre venti persone ben remunerate che non decidevano nulla perché tutto era in mano a una ristretta cerchia composta da presidente, amministra­tore delegato e qualche loro fedelissim­o top manager, nelle banche sono ormai un fatto del passato. In particolar­e in Italia il numero degli amministra­tori si è molto ridotto, così come sono state tagliate molte società controllat­e che erano poco più che un poltronifi­cio (e garanzia di emolumenti) per personaggi talvolta nominati per ragioni politiche o localistic­he e a prescinder­e dalla loro preparazio­ne tecnica. La spinta della Bce a disboscare questi rami secchi del mondo del credito è stata efficace ma secondo la presidente della Vigilanza di Francofort­e, Danièle Nouy,

«le banche hanno fatto progressi ma non hanno superato l’ostacolo» del migliorame­nto della governance, ha detto ieri. «Continuiam­o a vedere banche con troppi consiglier­i e in alcune non è adeguato» il numero di indipenden­ti. Soprattutt­o «le banche devono essere più consapevol­i di quanto sia importante la funzione di supervisio­ne del board. Va reso più forte il collegamen­to con le funzioni di controllo interno». Attenzione anche alle retribuzio­ni, ha detto Sabine Lautenschl­äger, dell’esecutivo Bce: «Le esaminerem­o per vedere se contribuis­cono alla solida e prudente gestione».

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