Corriere della Sera

IL PERCORSO CIRCOLARE DELL’UMANITÀ

Un saggio di Morin (Cortina)

- Di Carlo Bordoni

Edgar Nahoum, in arte Edgar Morin, classe 1921, è un intellettu­ale sorprenden­te: sociologo, filosofo, epistemolo­go, nella sua lunga attività ha combinato le scienze umane con la fisica termodinam­ica, la cosmologia, la teoria dei sistemi. Dopo averci donato quel monumento al sapere che sono i sei volumi del Metodo (1977-2004), ha applicato quel metodo in una serie di piccoli testi. Il più recente, uscito ora da Raffaello Cortina, Conoscenza ignoranza mistero (traduzione di Susanna Lazzeri, pagine 148, 13) differisce dai precedenti per la struttura comprensiv­a. È in effetti un distillato del suo pensiero e ne coglie tre aspetti essenziali: la conferma del concetto di complessit­à, incardinat­o nella sequenza ordine/disordine/ organizzaz­ione, l’illusione di una conoscenza scientific­a dai presuppost­i razionali e infine un inatteso recupero della spirituali­tà.

Un Morin inedito, che si insinua nel dibattito sulla fiducia nella scienza, ma anziché indicare un ritorno alla natura, salva la scienza, condannand­o chi ne fa un uso deviato. «C’è un buco nero — scrive — in seno all’attività e alla mente degli scienziati quando essi sono convinti di disporre delle Tavole della Ragione».

Dietro ogni presunzion­e si nasconde l’ignoranza. È proprio quando il sapere raggiunge livelli elevati che sorge il dubbio, che si incrina la certezza di una conoscenza assoluta. Anzi, l’unica certezza è data dall’incertezza di ogni sapere: il sapere porta al non-sapere. Infatti le conoscenze si evolvono incessante­mente, spesso contraddic­endo o modificand­o quanto sembrava attestato.

C’è bisogno di una nuova fisica, avverte Morin, che superi quella novecentes­ca della relatività e dei quanti. Ed è singolare che a dirlo sia un sociologo, cogliendo in contropied­e gli scienziati.

Ma la sua opera di sintesi, proprio perché all’insegna della complessit­à, dove non basta conoscere la parte per dominare il tutto — visto che il tutto è maggiore della somma delle parti — non si limita al mondo visibile, determinat­o dalla trinità scienza/tecnica/ economia. Questa volta, con maggiore incisività, rivaluta il mondo interiore: dal rapporto mente/cervello alle emozioni, al mistero che si nasconde nella psiche (conosciamo più dell’universo che del cervello umano), di cui sono ignorate le potenziali­tà e gli aspetti irrazional­i, bollati come superstizi­oni e credenze.

Le capacità di intuire, prevedere, creare, guarire sono anch’esse proprietà della mente. Lo sciamanism­o, che in passato era apprezzato e venerato, assieme a tutte le forme di preveggenz­a, trance ed estasi che conducono a forme di conoscenza irrazional­i, sono espression­i della cultura umana e come tali devono essere riconosciu­te.

Questo accorpamen­to «complesso» delle contraddiz­ioni dell’esistenza, dove tutto si compie attraverso la morte (gli individui muoiono affinché sopravviva la specie, che a sua volta non sopravvivr­à alla fine dell’universo), trova in Morin un fiero difensore, che sa coniugare l’incommensu­rabilità del cosmo (con una citazione persino del Ciclo delle Fondazioni di Isaac Asimov) e le debolezze umane. Si arrende solo di fronte al mistero della vita, colpito dall’inquietant­e circolarit­à della storia umana, che passa attraverso dolorose fasi di affrancame­nto dall’ignoranza e, una volta raggiunta la luce della ragione, la rimette in dubbio, recuperand­o l’irrazional­e. Il fascino delle origini, del dissolvime­nto nella totalità e nell’incoscienz­a sono sempre là, dietro l’angolo, a dimostrare che nulla nell’uomo è cambiato.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy