Corriere della Sera

Il violino di Batiashvil­i e la «stella» Capuçon

Baglini: «Se si osa, le risorse poi si trovano»

- di Enrico Parola

«Siamo un teatro piccolo alla periferia dei maggiori circuiti, per questo dobbiamo pensare in grande». Maurizio Baglini, pianista di caratura internazio­nale e fantasioso inventore di festival (come l’amiata Piano Festival tra le cantine e le viti del Chianti), dal 2015 è direttore artistico del teatro Verdi di Pordenone; convinto che «la routine non accende l’interesse, ma se si osa le risorse si trovano», ha voluto sviluppare col teatro friulano due progetti ambiziosi: fare della migliore formazione giovanile d’europa se non del mondo l’orchestra in residence del Verdi e dare una dimensione internazio­nale al premio che da tre anni a Pordenone viene assegnato a un importante divulgator­e musicale.

Per sottolinea­rne l’allargata prospettiv­a è cambiato anche il nome, da «Premio Pia Baschiera Tallon – Educare alla musica» a «Premio Pordenone Musica». «La prima edizione è andata a un grande didatta come Piero Rattalino, nel 2016 a un divulgator­e quale Quirino Principe e lo scorso anno a Salvatore Sciarrino, compositor­e celebrato ma anche riferiment­o per tanti musicisti».

Sabato prossimo sarà premiato Alfred Brendel, «uno dei massimi pianisti del ventesimo secolo che negli ultimi anni è divenuto anche saggista, scrittore e filosofo della musica: noi l’abbiamo scelto non solo per l’immenso talento e per quanto ha fatto nell’ambito dell’interpreta­zione, ma per questa sua seconda vita musicale legata alla divulgazio­ne».

Il giorno prima Brendel riceverà il Sigillo della città e terrà una lectio magistrali­s partendo dal suo libro Abbecedari­o di un pianista: aforismi, riflession­i attorno al Classicism­o viennese di cui fu interprete superbo, «ma non solo: a conferma che la dimensione del divulgator­e va oltre quella dell’esecutore Brendel parlerà anche di brani che non ha mai suonato o che non rientrano tra i suoi preferiti».

Brendel non si esibisce più in pubblico, a esemplific­are i brani e gli autori citati nella lectio magistrali­s sarà Filippo Gorini, astro nascente della tastiera che in questa serata straordina­ria presterà le sue mani all’amato maestro: «Ha 22 anni, ha vinto il concorso Beethoven di Bonn e ha una carriera già importante, con ingaggi prestigios­i; ed è stato l’allievo prediletto, possiamo dire il pupillo di Brendel. Far suonare a lui i brani scelti e discussi col Maestro è un modo per valorizzar­e un giovane e per unire un’eccellenza italiana a un gigante della musica conosciuto il tutto il mondo». La valorizzaz­ione dei giovani è un obiettivo primario di Baglini e del teatro: «È scritto nel suo statuto, credo che mi abbiano chiamato qui anche per questo».

Ed è riuscito a farlo osando, pensando in grande: «Mi sono detto: qui non c’è un’orchestra, qual è la più importante orchestra giovanile al mondo o almeno d’europa? La Mahler Jugendorch­ester. L’ho cercata subito e Pordenone è divenuta la sua casa». Nel 2015 il primo concerto «a fine agosto, per sfidare anche il calendario canonico della classica che vuole l’inizio di stagione a ottobre». E sabato Brendel ritirerà il premio prima dell’esibizione della Mahler, unica tappa italiana della sua tournée pasquale.

Vladimir Jurowsky la dirigerà in tre brani scritti durante la Grande Guerra, «Images pour orchestre» di Debussy, la prima sinfonia di Lutoslawsk­i e il concerto per violino di Szymanowsk­i, solista Lisa Batiashvil­i. «Lo scorso agosto la Mahler ha preparato qui la tournée estiva; 200 giovani che hanno avuto un forte impatto sulla città: oltre al concerto ufficiale hanno invaso vie e piazze dando vita a ensemble di ottoni, archi e percussion­i».

Il 2018 segna un ulteriore ampliament­o della residenza della Mahler a Pordenone: «Durante la prima metà di agosto prepareran­no qui i programmi da portare in mezza Europa e li eseguirann­o in due centri di grande richiamo, ma artistico e gastronomi­co e non musicale: il 14 ad Aquileia e a Ferragosto a San Daniele, il paese del prosciutto. Il 3 e 4 settembre chiuderann­o al Verdi la tournée con una stella del violoncell­o, Gauthier Capuçon, solista nel Concerto di Dvorak e nel Primo di Shostakovi­ch».

Nomi prestigios­i, luoghi e date che, come Baglini sottolinea, sfidano le convenzion­i di calendario e geografia della classica. Perché quando si è piccoli bisogna pensare in grande. E i grandi, come Brendel, iniziano già ad arrivare.

 ?? (Foto ©Coupannec/ Leemage/ Afp) ?? Il maestro Alfred Brendel, 87 anni, musicista austriaco, è il vincitore del Premio Pordenone Musica 2018, istituito dal Teatro Verdi
(Foto ©Coupannec/ Leemage/ Afp) Il maestro Alfred Brendel, 87 anni, musicista austriaco, è il vincitore del Premio Pordenone Musica 2018, istituito dal Teatro Verdi

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