Corriere della Sera

Il peso di capitan Messi sulle scelte di Sampaoli «Dybala e Icardi fuori»

Il c.t.: «Questa è la squadra di Leo più che la mia»

- Paolo Tomaselli

Jorge Sampaoli all’inizio allenava arrampicat­o su un albero e anche per questo è diventato un mito di periferia. Adesso che è al centro dell’impero però «El hombrecito» esagitato e tatuato è diventato un conservato­re di ferro. Perché questa Argentina non è sua, ma di Messi. E il primo ad ammetterlo è il c.t. della Seleccion: «Questa è la squadra di Leo più che la mia. Lui è il migliore ed è all’apice della maturità per prendersi sulle spalle questo gruppo». Del resto, se hai le chiavi del palazzo del re del calcio, perché dovresti alzare le barricate? La premessa è obbligator­ia per capire che le scelte di Sampaoli sono le scelte di Messi, quindi le esclusioni di oggi di Dybala ed Icardi, salvo sorprese, saranno confermate anche al Mondiale. E le parole del c.t. argentino, che invece esalta Higuain, non lasciano molto spazio alle interpreta­zioni. Soprattutt­o quelle sul numero 10 juventino: «Pensavamo che Dybala fosse uno dei migliori giocatori dell’argentina. Poi però c’è stato qualche problema. O noi non lo abbiamo saputo valorizzar­e o lui non si è saputo adattare alla nostra idea di calcio, che è totalmente differente rispetto a quella della Juventus. Al momento il suo inseriment­o è complicato».

Dybala è diventato un problema tra agosto e settembre, quando la potente macchina albicelest­e non andava avanti nemmeno a spinta. Sampaoli provò a far giocare assieme Dybala, Icardi e Messi contro il Venezuela, ma ottenne solo l’ennesimo pareggino. Pochi giorni dopo, al Camp Nou che è la casa di Messi, Dybala parlò prima di Barcellona-juventus (3-0) ammettendo con spontaneit­à che «giocare con Messi è complicato, perché occupiamo la stessa zona di campo, mi devo adattare». La frase ha avuto l’effetto di un boomerang su Dybala, che nelle successive convocazio­ni ha avuto un ruolo sempre più marginale, entrando da metà ottobre in poi in una lunga crisi anche con la Juve. La bocciatura pressoché definitiva del c.t. chiude il cerchio, quello magico di Messi. Nel quale non c’è spazio per la Joya.

E per Icardi, il centravant­i innamorato che secondo Maradona e buona parte degli argentini ha infranto il codice cavalleres­co rubando Wanda Nara al compagno Maxi Lopez? I gol nell’inter non bastano. E a occhio e croce, non basteranno nemmeno da qui a giugno: «Mauro è un caso simile a quello di Dybala — sottolinea Sampaoli —. Era un giocatore che avevamo scelto, ma qualcosa non ha funzionato nella relazione calcistica con i suoi compagni di Nazionale. Sono orgoglioso che sia argentino, non lo scarto, ma noi dobbiamo focalizzar­ci sulla relazione fra i migliori calciatori e la Seleccion». Messi ha sentenziat­o e Sampaoli ci mette la faccia, con qualche giro di parole. E con un unico sussulto rivoluzion­ario, ma per conto terzi: «Mario Balotelli me gusta mucho. Nelle mie squadre ci sarebbe sempre posto per un giocatore come lui». Chissà cosa ne pensa Leo.

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(Afp) Seleccion Jorge Sampaoli, 58 anni, commissari­o tecnico dell’argentina

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