Milan, le prossime mosse di Li per tentare di rimanere in sella
L’ad Fassone ha chiesto 10 milioni entro oggi: il proprietario pronto a versarli
Se la storia di mr Li con il Milan ha avuto un inizio misterioso su cui sarà necessario indagare ulteriormente — con il peccato originale della maxi valutazione (740 milioni) — lo deciderà la procura di Milano che, dopo l’apertura di un fascicolo «modello 45» (quello dove si inseriscono fatti che non sono ritenuti reato), continuerà con i suoi accertamenti e probabilmente richiederà una rogatoria a Hong Kong.
Se, invece, le sorti di mr Li e quelli del Milan sono destinati a separarsi dopo circa un anno sarà noto piuttosto presto. Anche se il debito con il fondo Elliott (303 milioni: 123 in capo al club, 180 al proprietario) scadrà a ottobre, il bivio sarà probabilmente imboccato prima, tra scadenze, aumenti di capitale, appuntamenti di fronte all’uefa (tra circa un mese) e, soprattutto, trattative per il rifinanziamento che l’ad Marco Fassone sta portando avanti anche in questi giorni.
Com’è noto da una settimana, il cda del 13 marzo ha deliberato un nuovo aumento di capitale, necessario a terminare la stagione, che chiuderà in linea con le perdite anticipate all’assemblea dei soci, di circa 90 milioni: per la precisione l’aumento è di 37,44, come compare nella lettera che la società ha pubblicato sul suo sito. Anche questi 37,44, come i precedenti 60 già versati da Li, sono stati divisi in varie tranche: la prima, di 10 milioni, per esigenze di cassa del club, era stata richiesta per oggi (con una lettera) dall’amministratore delegato Fassone al proprietario Yonghong Li. A termini di legge, però, «il diritto di opzione dell’azionista di maggioranza per la sottoscrizione delle azioni Milan può essere esercitato entro 15 giorni, pertanto sino al 4 aprile». Il resto dovrà essere versato entro il 30 giugno.
È noto che il fondo Elliott abbia dato la propria disponibilità a prestare altri 35 milioni a Li. Eppure, da quello che filtra, la soluzione più probabile è che i prossimi 10 milioni arrivino ancora dalla Rossoneri Sport, ovvero la holding di mr Li. Che fin qui, magari in ritardo, ha sempre pagato, nonostante i problemi in patria con le sue aziende. Non è un particolare secondario da dove arriveranno i soldi, perché se Elliott venisse ulteriormente coinvolto aumenterebbero le possibilità che il fondo possa prendersi il club (sono in molti, persino nel cda, a fare il tifo per questa soluzione). Non succederebbe comunque subito: dopo che Li ha versato oltre 300 milioni, non basta ritardare di qualche giorno un versamento di 10 milioni perché l’inadempienza sia considerata tale da far diventare subito proprietario Elliott (si andrebbe anche in tribunale a Lussemburgo). In ogni caso, non pagasse, mr Li darebbe un ulteriore segnale di debolezza. Ed Elliott non vuole correre il rischio che il club non si presenti con i conti in regola di fronte all’uefa, perché l’interesse è quello di tutelare il valore del Milan. Perciò sarebbe anche pronto ad accompagnare Fassone. Dividendo, quindi, i destini del Milan da quelli di Li. Se invece arrivassero i soldi, allora Li resterebbe (un po’) più saldo in sella. E il campo centrale tornerebbe a essere il rifinanziamento: si cerca di sfruttare fino all’ultimo secondo per strappare le condizioni migliori. Ma il tempo passa.
Nel frattempo la squadra di Gattuso dovrà pensare solo alle sfide con Juve e Inter. A proposito: i biglietti dei tifosi nerazzurri non saranno rimborsati dal Milan, che deve dare a tutti le stesse condizioni: cambio di nominativo o un voucher per assistere alle partite del Milan. Siccome ai tifosi nerazzurri interessano poco, l’inter sta studiando una soluzione (si parla di circa 400 sostenitori).