Corriere della Sera

Il marine Vettel «Sono ottimista e so anche perché»

«La mia Ferrari si chiamerà Gloria»

- Daniele Sparisci

Down under, un mondo alla rovescia. Il ragazzo che ama falciare il prato di casa ruba la scena alla superstar. Capelli rasati a zero ai lati e più lunghi sopra. Un taglio netto, pure con il passato, i flash sono tutti per lui. È Sebastian Vettel ma sembra un chitarrist­a hard rock, ed è un Sebastian Vettel tutto nuovo al rientro a scuola. Sarà che ha una voglia matta di suonarle a tutti, ma se l’effetto sorpresa partiva dal look l’operazione è riuscita. Firma autografi e posa paziente per i selfie, mentre lascia i cancelli della pista su una bici a scatto fisso tutta bianca con la bandiera della Germania sul telaio. Un tocco da hipster. Insieme ai meccanici ha battezzato la sua Ferrari numero 5, come fa da sempre con ogni macchina. Dopo «Gina» questa è «Loria», chissà perché. Glielo chiedi mentre pedala e lui ti risponde con un sorriso: «Ma quando vinceremo si chiamerà “Gloria”».

Da una battuta si capisce quanto appetito abbia il ragazzo e con quale spirito riparta per la caccia al titolo. L’anno scorso qui all’albert Park uscì da matador contro ogni pronostico, ci riproverà domenica sapendo quanto è dura acchiappar­e i fantasmi argentati. Da quattro anni la Mercedes vince tutto e anche stavolta è favorita, vero Seb? «Sì, e lo è anche Lewis (Hamilton ndr). Ma il mio obiettivo non cambia ed è vincere il Mondiale con la Ferrari». Otto titoli in due, fair play e sguardi maliziosi, in attesa di regolare di nuovo i conti in pista. «Sarà una stagione lunga e questa è solo una gara, e inoltre su un circuito particolar­e: conta di più il risultato finale», aggiunge il tedesco. Pretattica? Voglia di mettere le mani avanti? Un po’ tutte e due le cose. Ammette di «avere una gran macchina» ma forse sa anche che è ancora acerba. Che ha bisogno di tempo per maturare: «Ci sono tante cose in programma e tanti motivi per essere ottimisti». La sua analisi è come al solito lucida: «Sulle base dei test posso dire che siamo in un buono stato di forma, forse avremmo potuto essere messi ancora meglio».

È evidente che nonostante i tanti chilometri percorsi a Barcellona più di qualche dubbio è rimasto da sciogliere. Ma le monoposto in Australia sbocciano come fiori in primavera e la Rossa non fa eccezione. È spuntata un’ala inedita, a conferma che il gruppo tecnico guidato da Mattia Binotto sta affilando le armi per una lunga battaglia in cui gli sviluppi saranno decisivi. Non bastano gli sprint per prendersi il trono della F1, bisogna essere perfetti nella lunghissim­a maratona di 21 Gp. In versione marine il soldato Vettel ha azzerato le scorie e rimpianti cercando di lavorare sulle sue debolezze: «Tutti ne abbiamo, nel carattere e nello stile di guida. E io non mi preoccupo di quelle degli avversari ma delle mie, poi uno come Lewis ne ha veramente poche».

Già, l’altro quattro volte campione del mondo ostenta una calma e una sicurezza glaciali. Continua a dire che la Red Bull fa paura, ma probabilme­nte è solo un modo per distoglier­e l’attenzione da sé e dalla Mercedes: «Io penso solo a spingere al massimo, se vuoi essere il migliore devi battere i migliori. Come Sebastian, lottare contro di lui è sempre bello». Ha ascoltato l’inno della F1 composto dal musicista hollywoodi­ano Bryan Tyler: «Mi ricorda una serie tv che guardavo il sabato sera, “Gladiators”. Ora saremo noi i nuovi gladiatori».

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(Lapresse, Ipp, Epa) Nuovo look Il taglio di capelli di Sebastian Vettel, esibito ieri dal ferrarista a Melbourne: Ricciardo e Hamilton sorridono

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