Baikal, sul lago ghiacciato
La Mazda CX-5 a trazione integrale e la grande corsa sul bacino russo tra cani da slitta e rischiosi crepacci
Un mondo sommerso dal gelo per 5 mesi l’anno. E una cittadina un tempo nota come la «Parigi della Siberia». Benvenuti a Irkutsk, già capitale dei cacciatori di pellicce cosacchi, poi centro di una breve corsa all’oro, infine stazione di scambio per i tanti russi spediti nei gulag dal regime di Stalin. Siamo diretti al lago Baikal per una folle corsa sul ghiaccio, da Sud verso Est, passando tangenti la grande regione dove il governo locale vorrebbe trasformare gli ex campi per lavori forzati in villaggi turistici. È una prova estrema quella che Mazda ha scelto di organizzare, prima casa automobilistica a farlo, sulla superficie ghiacciata del lago Baikal, in Russia, 5 mila chilometri a Est di Mosca, ai confini con la Mongolia.
All’inizio dell’ottocento Irkutsk divenne residenza obbligata dei «decembristi». I protagonisti della rivolta contro lo zar Nicola I del 1825 — artisti, letterati, aristocratici — mandati in esilio nella Siberia Orientale cercarono di ricostruire qui il loro mondo: bellissime case, strade ordinate. Parte della città ancora evoca quelle atmosfere: nei concerti privati nell’ex villa del principe esiliato Sergei Volkonsky, riemergono le descrizioni di Tolstoj in Guerra e Pace, perché Volkonsky ispirò il personaggio del principe Andrey Bolkonsky. E visto che Tolstoj era il mito di Boris Pasternak, come non ricordare che Lara, l’eroina del Dottor Zhivago, morì proprio in un Gulag? Sorte simile toccò alla compagna di Pasternak, Olga, spedita a consumare i suoi giorni in Siberia e liberata solo dopo la morte di Stalin, nel 1953.
Ma oggi la città è un grande centro industriale e uno snodo commerciale strategico per le merci in viaggio tra Russia e Cina. Eccola, Irkutsk, con i mercati del pesce, le sue dacie in legno che punteggiano le campagne. E la cintura di fabbriche sotto accusa (anche quella che assembla i jet Sukhoi Su-30) per gli alti livelli di inquinamento, i grigi quartieri residenziali dell’era sovietica oltre il fiume, il traffico caotico del fine settimana, quando c’è ressa nei grandi mall che imitano la vita di una cittadina americana, con tanto di fast food.
Il viaggio sulle Mazda CX-5 AWD (All Wheel Drive: a trazione integrale) comincia da questa città siberiana e subito punta verso il più grande lago di Russia, il più profondo del mondo (quasi 1.700 metri), che da gennaio a maggio è coperto da uno strato di ghiaccio il cui spessore varia tra i 50 e gli 80 centimetri. Abbastanza per reggere un convoglio di 17 Mazda precedute da una gigantesca Hummer, per una traversata di 57 km nella parte meridionale di un bacino che è lungo come mezza Italia.
Ecco i binari della Transiberiana (9.288 km), la cui costruzione fu iniziata per volere dello zar Alessandro III a fine Ottocento sfidando il permafrost, i fiumi ghiacciati, la taiga e la tundra. Nel percorso verso il porto di Listvyanka, se si lascia la statale per inoltrarsi nelle foreste di betulle, si incontrano villaggi simili a quelli descritti da Pasternak nel Dottor Zhivago. Povertà dignitosa in casette di legno uguali a un secolo fa, non fosse per le parabole satellitari.
Con la Mazda CX-5 AWD entriamo sulla superficie solida del lago proprio a Listvyanka, là dove nel 1899 la Transiberiana si fermava per far trasbordare merci e passeggeri sulla rompighiaccio Baikal (portava 14 vagoni ferroviari) diretta al porto di Tankhoy, dove i binari riprendevano la loro corsa per Ulan Ude e Vladivostok.
Per arrivarci, noi passiamo sull’acqua, guidando su una superficie perfettamente trasparente: ghiaccio increspato dalle onde, dai crepacci e dai frequenti terremoti che scuotono l’intera area di questo rift originato da una frattura della crosta terrestre 25 milioni di anni fa: oggi la più grande riserva d’acqua dolce del mondo. Si comincia con una primo tratto facile, dove le doti del sistema i-active AWD di Mazda risaltano per la tenuta sul ghiaccio delle 4 ruote motrici con pneumatici chiodati. La trazione integrale controllata dal computer si rivela vincente. Poi la «strada» diventa più impegnativa: la grande Hummer guida una complessa gimcana tra microfratture e crepacci, per superare i quali si improvvisano ponti con assi di legno. Così una distanza di poco più di 30 km si trasforma in un percorso di 57: oltre 5 ore di guida, graziati dal bel tempo che riduce il vento siberiano, quel Burian ormai famoso in Europa.
A temperature medie che variano tra i - 10 gradi diurni e i - 40 notturni, la sicurezza di guida è garantita da un sistema con 27 sensori, che pensa a ripartire la potenza su ogni ruota. Si viaggia tra lunghi tratti di superficie vetrata e cumuli di neve spostata dal vento che nascondono insidiosi avvallamenti e blocchi di ghiaccio in grado di distruggere le sospensioni.
Situazioni estreme quelle dell’epic Drive di Mazda: giorni fa, il convoglio apripista della casa giapponese è stato sorpreso da una tormenta di neve ed ha rischiato di dover abbandonare le auto sul lago per mettere in salvo i piloti. Ma oggi, sulla Russia orientale, splende il sole. Il pericolo più elevato non è nei crepacci in cui l’auto può sprofondare, bensì nel momento in cui, durante le soste, si scende dalla Mazda: ci si sente talmente sicuri alla guida che è facile sottovalutare quanto sia scivoloso e pericoloso il ghiaccio.