Corriere della Sera

Shoah, superstite uccisa a Parigi «da antisemiti»

Era sopravviss­uta al rastrellam­ento del ’42

- di Stefano Montefiori

Mireille Knoll, sopravviss­uta alla Shoah, è stata accoltella­ta e bruciata viva a Parigi. La Procura ipotizza il movente antisemita e la polizia ha fermato un giovane pregiudica­to e un musulmano 29enne vicino di casa dell’anziana, anche lui con precedenti penali e appena uscito dal carcere. Nata 85 anni fa a Parigi, Knoll scampò alla più grande retata di ebrei in Francia durante la Seconda guerra mondiale.

Mireille Knoll aveva 10 anni quando, il 16 luglio 1942, riuscì a salvarsi dalla retata del Vél d’hiv. In due giorni 13 mila ebrei, un terzo dei quali bambini, vennero arrestati e poi deportati nei campi di concentram­ento ma lei riuscì a scappare in Portogallo, grazie al passaporto brasiliano della madre. Finita la guerra, tornò a Parigi.

È scampata da bambina all’antisemiti­smo della Seconda Guerra mondiale ma arrivata a 85 anni, vedova e malata di Parkinson, non è sopravviss­uta al nuovo odio contro gli ebrei. Mireille Knoll è stata uccisa con 11 coltellate, venerdì scorso, nel suo modesto appartamen­to di avenue Philippe Auguste, nel XI arrondisse­ment di Parigi, da un vicino di casa musulmano, 29 anni, e dal suo complice di 22.

La procura li ha arrestati entrambi e qualifica ufficialme­nte l’atto di «omicidio a carattere antisemita». Il reato ipotizzato è «assassinio in ragione dell’appartenen­za della vittima a una religione, e su persona vulnerabil­e». Mireille Knoll sarebbe stata accoltella­ta a morte perché ebrea. Gli assalitori poi hanno dato fuoco alla casa, nella speranza di cancellare le tracce. Quando i vigili del fuoco sono riusciti a entrare in casa hanno trovato il cadavere dell’anziana sul letto, carbonizza­to.

Gli assassini

I killer sarebbero un vicino di casa musulmano di 29 anni e un complice di 22

È successo intorno alle 19 di venerdì scorso, 23 marzo, poche ore dopo gli attentati del terrorista islamico di Trèbes e Carcassonn­e. «Non è impossibil­e che i fatti di Carcassonn­e e di Parigi siano collegati», dice Samy Ghozlan, direttore dell’ufficio nazionale di vigilanza contro l’antisemiti­smo (BNVCA), in queste ore è in contatto con il figlio della vittima, Daniel, e con gli inquirenti. «I due assassini potrebbero avere agito perché influenzat­i da quel che era successo nel supermerca­to nel Sud della Francia. Ormai l’odio contro i militari e contro gli ebrei è passato al livello superiore, non si esprime più solo con gli insulti e le scritte sui muri o sulle fiancate delle auto, si arriva a uccidere».

Nelle prossime ore si capirà meglio come il movente antisemita si combini con la particolar­e relazione tra vittima a carnefice: si conoscevan­o da molto tempo, da quando l’uomo era un bambino di sette anni. «Mia madre lo considerav­a come un figlio», dice Daniel Knoll, il figlio vero della vittima.

Per anni l’assassino ha frequentat­o la casa della signora, quando nel 2000 è rimasta vedova del marito scampato ad Auschwitz, e quando poi si è ammalata. Il rapporto si è guastato quando la badante della signora Knoll ha accusato il vicino di avere molestato

sua figlia. «Per questo è stato condannato, è uscito dal carcere poco tempo fa», dice Ghozlan. L’uomo avrebbe minacciato di vendicarsi dando fuoco al palazzo e per questo era stato di nuovo segnalato alla polizia. Ma è solo sull’anziana ebrea che ha deciso di infierire. Nel pomeriggio di venerdì è andato a trovarla; poche ore dopo è tornato, stavolta con un complice, un coltello, e sfondando la porta.

Jessica Knoll, una delle nipoti della vittima, vive in Israele e ha scritto su Facebook: «Quando mi chiedono perché non sto a Parigi visto che ho il passaporto francese, ecco la risposta: credo di essermi salvata, dall’europa e dalla Francia in particolar­e. Il vicino musulmano ha preso la vita di mia nonna a Parigi, e ha bruciato tutti i nostri ricordi».

Un’altra nipote, Noa Goldfarb, sempre da Israele ha scritto: «Vent’anni fa ho lasciato Parigi sapendo che il mio futuro non poteva essere là. Nonna è stata pugnalata, undici volte, dal vicino che conosceva bene». Quasi un anno fa, a pochi metri dalla casa di Mireille Knoll, la 65enne ebrea Sarah Halimi è stata aggredita nel sonno e torturata dal vicino musulmano Kobili Traoré, che poi l’ha gettata dal balcone gridando «Ho ucciso il demonio, Allah Akhbar».

 ??  ?? La famiglia
Al centro Mireille Knoll. Dietro, la nipote Noa Goldfarb e i suoi familiari. La giovane aveva inviato un messaggio alla nonna venerdì
La famiglia Al centro Mireille Knoll. Dietro, la nipote Noa Goldfarb e i suoi familiari. La giovane aveva inviato un messaggio alla nonna venerdì
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy