«Dialogo finito Mai tanto gelo dall’era Urss»
«Bisogna riconoscere che Trump ha fatto la cosa giusta. Sostegno al Regno Unito e risposta alle minacce russe sul territorio americano». Il politologo Ian Bremmer, 48 anni, fondatore e presidente del centro studi Eurasia Group, pensa che «le relazioni tra Usa e Russia non siano mai state così tese dalla fine dell’urss.
Eppure Trump non ha mai attaccato direttamente Putin…
«È vero. Ma ha preso una serie di misure molto dure verso Mosca. Ora
Per Donald è il modo migliore per allontanare i sospetti
l’espulsione dei 60 diplomatici. Prima le sanzioni per le interferenze russe nelle elezioni. Poi ci sono le questioni internazionali. In Siria gli Usa pensano che Assad, alleato di Mosca, abbia usato le armi chimiche. In Ucraina gli americani stanno passando armi al governo di Kiev per aiutarlo a difendersi dai russi. E infine citerei anche la nomina di John Bolton come consigliere per la sicurezza nazionale, un super falco verso Mosca».
Il dialogo è al minimo.
«Di più, in questo momento Russia e Usa non si parlano. Non c’è alcun canale aperto con l’ambasciatore russo a Washington per esempio e nella capitale americana c’è allarme per le prossime elezioni di midterm a novembre».
Sull’azione di Trump grava il Russiagate.
«Per Trump il modo migliore per allontanare il sospetto di collusione con il Cremlino è proprio continuare con questi passi concreti».
Ma ci sarà alla fine il vertice Putin-trump?
«Può essere. Ma la questione non cambia. Trump vuole incontrare anche Kim Jong-un che non è esattamente un amico. È convinto di essere un grande negoziatore, di poter risolvere i problemi in prima persona».