Rottura pubblica della «linea di continuità» Un altro problema per Mattarella
ROMA In Italia la «linea di continuità» in politica estera non era mai venuta meno, nemmeno negli anni del bipolarismo muscolare. Stavolta sembra essere diverso. E la decisione del governo di espellere due funzionari dell’ambasciata russa a Roma pone un ulteriore problema a Mattarella, che dovrà tentare di risolvere il già complicato rebus della crisi. La linea assunta da Gentiloni — espressione dei partiti che sono usciti battuti dalle urne — viene formalmente contestata da tutto il centrodestra e in particolar modo da Salvini, che da leader della coalizione si appresta a rivendicare per la sua alleanza l’incarico di formare il prossimo esecutivo.
Si vedrà se l’atto pubblico di rottura su un dossier così delicato porterà in prospettiva a un’interruzione della «linea di continuità», che avrebbe rilevanza storica. Al momento l’impostazione del segretario della Lega sulla politica estera potrebbe produrre un effetto sulla partita di politica interna. È come se venisse indirettamente messa urgenza a Mattarella,
Il fronte interno Al momento la posizione del leader della Lega sulla politica estera sembra mirata a produrre un effetto sulla gestione della partita interna
imponendo quasi un’accelerazione del timing stabilito dal Quirinale. Non solo. Portata alle estreme, la mossa potrebbe togliere al capo dello Stato una delle opzioni: perché qualora la crisi si infilasse in un vicolo cieco e non restasse che tornare al voto, diventerebbe difficile — alle condizioni date — lasciare ancora Gentiloni a palazzo Chigi.
Ma la linea ufficiale di Salvini — in perfetta sintonia con la linea del governo austriaco — non coincide con quella di tutte le altre forze che alle elezioni si sono schierate contro il centrosinistra. Intanto colpisce il «no comment» dei grillini, in più nel centrodestra le