Corriere della Sera

Rottura pubblica della «linea di continuità» Un altro problema per Mattarella

- di Francesco Verderami

ROMA In Italia la «linea di continuità» in politica estera non era mai venuta meno, nemmeno negli anni del bipolarism­o muscolare. Stavolta sembra essere diverso. E la decisione del governo di espellere due funzionari dell’ambasciata russa a Roma pone un ulteriore problema a Mattarella, che dovrà tentare di risolvere il già complicato rebus della crisi. La linea assunta da Gentiloni — espression­e dei partiti che sono usciti battuti dalle urne — viene formalment­e contestata da tutto il centrodest­ra e in particolar modo da Salvini, che da leader della coalizione si appresta a rivendicar­e per la sua alleanza l’incarico di formare il prossimo esecutivo.

Si vedrà se l’atto pubblico di rottura su un dossier così delicato porterà in prospettiv­a a un’interruzio­ne della «linea di continuità», che avrebbe rilevanza storica. Al momento l’impostazio­ne del segretario della Lega sulla politica estera potrebbe produrre un effetto sulla partita di politica interna. È come se venisse indirettam­ente messa urgenza a Mattarella,

Il fronte interno Al momento la posizione del leader della Lega sulla politica estera sembra mirata a produrre un effetto sulla gestione della partita interna

imponendo quasi un’accelerazi­one del timing stabilito dal Quirinale. Non solo. Portata alle estreme, la mossa potrebbe togliere al capo dello Stato una delle opzioni: perché qualora la crisi si infilasse in un vicolo cieco e non restasse che tornare al voto, diventereb­be difficile — alle condizioni date — lasciare ancora Gentiloni a palazzo Chigi.

Ma la linea ufficiale di Salvini — in perfetta sintonia con la linea del governo austriaco — non coincide con quella di tutte le altre forze che alle elezioni si sono schierate contro il centrosini­stra. Intanto colpisce il «no comment» dei grillini, in più nel centrodest­ra le

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