I protagonisti e le tappe
● Domenica 4 marzo l’ex agente del Kgb Sergej Skripal, 66 anni, e la figlia Yulia, 33, vengono trovati agonizzanti su una panchina a Salisbury, nel sud dell’inghilterra, e ricoverati per avvelenamento. Altre 21 persone accusano malori per l’intossicazione
● Secondo l’antiterrorismo inglese si è trattato di «un tentativo di omicidio tramite gas nervino». Le indagini rivelano che l’agente chimico si sarebbe trovato nella valigia della figlia di Skripal
● Londra ritiene la Russia colpevole del «grave attacco». Il 14 marzo la premier Theresa May (a sinistra) fa espellere 23 «spie russe sotto copertura» ● La Russia respinge le accuse e risponde espellendo a sua volta 23 diplomatici britannici. Il 18 marzo Vladimir Putin (a sinistra) viene rieletto presidente con il 76,6% dei voti
● Nella conferenza stampa post-vittoria, Putin commenta per la prima volta il caso: «Se si fosse trattato di nervino di tipo militare Sergej Skripal sarebbe morto: noi abbiamo distrutto il nostro arsenale chimico. Pensare che la Russia sia colpevole è davvero sciocco»
● Il 23 marzo il Consiglio europeo si schiera con Londra e richiama dalla Russia l’ambasciatore Ue: «L’uso di armi chimiche è inaccettabile» ● Dopo le elezioni russe, Donald Trump telefona a Vladimir Putin per congratularsi della vittoria, «nonostante i suoi consiglieri — scrive il Washington Post — gli avessero detto di non farlo». Poi Trump twitta: «Andare d’accordo con la Russia (e con altri) è una cosa buona, non cattiva»
● Il 21 marzo il presidente americano sottolinea la «necessità di agire per fare in modo che la Russia risponda» delle sue azioni
● Ieri Trump ha annunciato l’espulsione di 60 funzionari dell’intelligence russa e la chiusura di un consolato «in accordo con gli alleati Nato»