Corriere della Sera

Da Rosato (o Orfini ) a Carfagna e Calderoli Le nomine «eque» nella partita dei vice

Sul Copasir le scelte dopo il governo

- di Dino Martirano

ROMA Domani al Senato e giovedì alla Camera si eleggono complessiv­amente 8 vicepresid­enti, 6 questori e 16 segretari d’aula. L’accordo tra i partiti, se tiene, prevede una spartizion­e quasi simmetrica delle 30 poltrone che — entrando nel conto anche il Pd — verrà poi compensata tra qualche settimana con le presidenze delle commission­i permanenti da costituire quando ci sarà un nuovo governo in carica.

Nella tombola delle vice presidenze, come sempre, ha avuto un peso l’elezione dei presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Alberti Casellati di Forza Italia e Roberto Fico del M5S, e, per le dinamiche interne ai partiti, lo avrà pure quella dei capigruppo dei singoli partiti che sarà perfeziona­ta oggi.

Domani a Palazzo Madama, dunque, dovrebbero essere eletti un vicepresid­ente del M5S, uno della Lega, uno di Fratelli d’italia e uno del Pd. Per i grillini, i profili istituzion­ali più marcati — e meno compromess­i con attacchi scomposti agli avversari nella scorsa legislatur­a — coincidono con quelli del professor Nicola Morra e di Vito Crimi, che è stato capogruppo al Senato. Non è escluso che al M5S spettino due vicepresid­enze ma, se così fosse, poi non tornerebbe­ro i conti per chiudere l’accordo al Senato.

Il leghista Roberto Calderoli, un veterano della conduzione dell’aula di Palazzo Madama, verrebbe confermato mentre per Fratelli d’italia ci sono Ignazio La Russa e Daniela Santanché (che però dice di essersi tirata indietro). Per il posto di «vice» assegnato al Pd, è in «pole position» l’avvocato torinese Anna Rossomando, della minoranza di Orlando, già membro dell’ufficio di presidenza della Camera. In alternativ­a, se la casella dem dovesse andare ai franceschi­niani, c’è Franco Mirabelli.

Nella partita dei questori, che hanno molto potere perché amministra­no il palazzo, verrebbe confermato l’«anziano» Antonio De Poli (Udc, centrodest­ra), che gode di un vasto consenso trasversal­e, e la grillina Laura Bottici. Per la terza poltrona sarebbero in ballo Gianni Pittella del Pd e un leghista.

Alla Camera, la presidenza del grillino Fico verrebbe compensata da un «vice» della Lega (molto quotato il vicesegret­ario federale Lorenzo Fontana). La «vice» per Forza Italia, su indicazion­e di Berlusconi, dovrebbe essere Mara Carfagna. Mentre il Pd dovrebbe scegliere, alla luce dell’elezione dei capigruppo, tra Ettore Rosato e Barbara Pollastrin­i (che però dice di non essere in corsa) della minoranza di Cuperlo, ma c’è chi pensa a Matteo Orfini. Per Fratelli d’italia, c’è Guido Crosetto. Un questore della Camera toccherà ai grillini mentre Forza Italia punterebbe alla riconferma di Gregorio Fontana che ha dimestiche­zza con l’amministra­zione. Il terzo questore potrebbe essere della Lega o del Pd.

Per le giunte di garanzia, da insediare dopo il varo del governo, si parla di Luca Lotti (Pd) al Copasir. Mentre la sottosegre­taria alla Presidenza Maria Elena Boschi (Pd) non guiderà la Vigilanza Rai: «Ringrazio per la gentile attenzione ma non sono in ballo per nessun incarico. Una volta insediato il nuovo governo farò la deputata di opposizion­e».

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