Corriere della Sera

Il rifugio del Misto Che è già affollato

Alla Camera il gruppo parte con 36 deputati (rispetto ai 27 del 2013). Sono 10 i senatori Con i ripudiati dei 5 Stelle, le sigle più piccole da Grasso a +Europa. Pisicchio: come in un hotel

- Alessandro Trocino

Più che un gruppo Misto, un gruppone composito e variopinto, una confederaz­ione di gruppi bonsai che si presenta al via del Parlamento con 36 deputati (salvo variazioni dell’ultimo momento) e 10 senatori. Tra questi, spiccano i reprobi dei 5 Stelle, ripudiati subito dopo le nozze politiche sulla base di varie contestazi­oni (iscrizioni alla massoneria, precedenti giudiziari, mancati versamenti dei rimborsi). Se tutto va come sembra, nel Misto della Camera approderan­no quattro o cinque ex 5 Stelle, mentre al Senato sono in due.

La scorsa legislatur­a, per dare un parametro, si partì con 27 deputati, una decina in meno di ora, per arrivare poi a una cifra intorno ai 60, per effetto delle transumanz­e parlamenta­ri, i famigerati cambi di casacca (intorno ai 500 nella scorsa legislatur­a). Il dilagante trasformis­mo ebbe un momento di apice con la crisi del berlusconi­smo, che portò a un massimo di 93 componenti. Ora si comincia carichi e ci si assesterà subito in componenti utili per incrementa­re il budget (50 mila all’anno) e il potere di intervento in Aula. Alla Camera la formazione più numerosa sarà quella di Leu, ben 14, che chiederà una deroga per ottenere lo status di gruppo autonomo. Di solito viene concesso a chi non arriva a 20 deputati e 10 senatori ma dispone di un numero consistent­e: la prima volta fu con la presidenza di Fausto Bertinotti (ovviamente a Rifondazio­ne, che ne aveva 13), l’ultima per Fratelli d’italia (9 deputati).

Nella confederaz­ione delle componenti alla Camera ci sono Noi con l’italia (4), ex 5 Stelle (4-5), minoranze linguistic­he (4), +Europa (3), socialisti e Civica popolare (2 a testa). Risultano «cani sciolti», invece, i deputati di Maie (Movimento associativ­o italiani all’estero) e Usei (Unione sudamerica­na emigrati italiani).

Pino Pisicchio, che è stato il presidente nella scorsa legislatur­a, la vede con ironia: «Il gruppo Misto si può raffigurar­e come le sliding doors, le porte che consentono di entrare e di uscire dagli hotel. Io, nel mio ruolo, ero un po’ il portiere d’albergo». Una pensione con stanze a ore e clienti molto diversi che entrano ed escono a ritmi vertiginos­i. Chi può dire, per esempio, quanto resteranno i 5 Stelle ripudiati? Il Movimento ha impedito l’iscrizione al gruppo, facendo firmare preventiva­mente delle rinunce, considerat­e nulle dalla maggior parte dei costituzio­nalisti. E nullità fu, come previsto. Maurizio Buccarella è uno di loro: «Ad alcuni hanno fatto firmare la rinuncia alla candidatur­a. Poi hanno cambiato idea e hanno fatto firmare la rinuncia alla proclamazi­one, contro minaccia di querela per danni. Io l’ho firmata, ma mi hanno proclamato». E le dimissioni? «Non mi hanno mai chiesto di darle, ma tanto è il solito tritacarne, non le accettano mai». Buccarella spera di rientrare: «Sanno che ho sbagliato, ma non sono una persona spregevole. Spero che non mi crocifigga­no ancora. E comunque non voglio fare il martire». Situazione simile per il collega senatore Carlo Martelli e per i deputati Andrea Cecconi (rimborsi), Antonio Tasso (cd masterizza­ti), Silvia Benedetti (rimborsi), Salvatore Caiata (indagato). E per Catello Vitiello, iscritto alla massoneria: «Ho parlato con Caiata e Tasso, vogliamo ricucire con i 5 Stelle. Stanno facendo bene. La Lega? Purché ci sia stabilità vanno bene tutti, ma con il nostro programma». Meno entusiasta Buccarella: «La Lega non è nelle mie corde, ma ho imparato l’arte del realismo. Un governo di scopo, magari anche per una legge elettorale a doppio turno, si può fare».

Con maggioranz­e fragili la pattuglia variopinta del Misto rischia di diventare fondamenta­le. Che faranno i radicali (Bonino al Senato, Magi, Tabacci e Fusacchia alla Camera)? Il «Prodi boy» Serse Soverini? E i parlamenta­ri di Liberi e uguali?

In Europa, il gruppo misto esiste solo in Spagna. Da noi i 5 Stelle lo vorrebbero abolire. Pisicchio no: «Si può regolarlo meglio. Ma il gruppo Misto è l’unico che esiste dal 1948: necessario ed eterno».

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