Corriere della Sera

Ruby ter, nuovo processo per Berlusconi e 4 ragazze

- Giuseppe Guasella

Approda in Tribunale a Milano l’ultimo filone del processo Ruby ter che, come nel gioco dell’oca, torna alla casella principale dopo il passaggio per altri quattro palazzi di giustizia. Silvio Berlusconi sarà processato anche per i soldi dati ad altre quattro giovani donne che nei processi hanno testimonia­to sugli appuntamen­ti ad Arcore al tempo delle «cene eleganti».

Il 9 maggio, come ha deciso il gup Maria Vicidomini, l’ex premier comparirà di fronte ai giudici della quarta sezione penale del Tribunale per rispondere di corruzione in atti giudiziari per aver comprato silenzi o mezze verità di Aris Espinosa, Elisa Toti, Miriam Loddo e Giovanna Rigato che testimonia­rono al processo Ruby, in cui fu assolto dall’accusa di prostituzi­one minorile, e Ruby bis, finito in primo grado con la condanna per favoreggia­mento della prostituzi­one dell’ex direttore del tg4 Emilio Fede (4 anni e 3 mesi) e

A Reggio Calabria

L’ex premier depone al processo Scajola: ignoravo i rapporti tra lui e Matacena

dell’ex consiglier­a regionale Pdl Nicole Minetti (3 anni). I fascicoli sulle quattro testimoni, anche loro accusate di corruzione, dopo essere partiti da Milano tornarono da Treviso (Rigato), Pescara (Loddo) e Monza (Espinosa e Totti) quando nuove indagini fecero emergere ulteriori passaggi di denaro per oltre 400 mila euro in uscita dalle casse di Berlusconi, il quale ha sempre sostenuto che si trattava di un risarcimen­to alle ragazze la cui vita era stata distrutta per essere state ospiti nella sua residenza. Ieri il leader di FI ha testimonia­to a Reggio Calabria al processo all’ex ministro Claudio Scajola, che è accusato di avere favorito la latitanza dell’ex deputato di FI Amedeo Matacena, riparato a Dubai dopo la condanna per concorso esterno in associazio­ne mafiosa. Berlusconi ha dichiarato di non sapere nulla «dei rapporti tra Matacena e Scajola o tra lui e Dell’utri» e del perché nel 2001 Matacena non fu ricandidat­o. Poi ha definito «un’assoluta stupidità» la fuga del 2014 di Dell’utri in Libano dopo la condanna per concorso esterno a 7 anni che sta scontando in carcere.

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