Corriere della Sera

Puigdemont tradito da una cimice rimane agli arresti in Germania

Gli 007 spagnoli avevano tracciato l’auto dell’indipenden­tista catalano per fermarlo

- DAL NOSTRO INVIATO Andrea Nicastro

Chissà, forse un giorno qualcuno farà un film sull’avventura indipenden­tista catalana di questi mesi. Sarà la storia di come dei politici in giacca e cravatta si sono trasformat­i in barricader­i, fuggiaschi e galeotti. Gli ingredient­i popolari abbondano: c’è idealismo e ambizione, colpi di scena, errori marchiani, dramma personale e collettivo. La spettacola­rità è assicurata dalle scene di massa dei cortei o dal quel referendum che si tenne il primo ottobre a furor di (metà) popolo. Al copione si è aggiunta anche l’adrenalina della spy story. L’arresto domenicale dell’ex presidente catalano Carles Puigdemont pare inventato a Hollywood. Ci sono mesi di appostamen­ti e intercetta­zioni. Dodici agenti segreti che si alternano, una sala controllo dove i satelliti riversano conversazi­oni, immagini e persino il tracciato di una «cimice» nascosta sull’auto dell’obbiettivo. È stato con quel geolocaliz­zatore che gli 007 del Cni spagnolo hanno chiesto l’arresto di Puigdemont a colpo sicuro.

Il leader indipenden­tista avrebbe preferito farsi giudicare in Belgio, dove la legislazio­ne sembrava prometterg­li più protezione rispetto a quella tedesca. Aveva dei motivi per pensarlo: ricevuto il mandato di cattura internazio­nale da Madrid, il Belgio non ha infatti arrestato i tre ministri catalani fuggiti assieme al loro presidente perché non li ha considerat­i a rischio di fuga. In Germania, invece, ieri la magistratu­ra tedesca ha confermato la carcerazio­ne preventiva di Puigdemont. L’esame dell’estradizio­ne non comincerà che dopo Pasqua.

«I rapporti tra Berlino e Madrid — ha sostenuto un portavoce di Angela Merkel — non verranno in alcun modo condiziona­ti da questa vicenda. La Spagna è una democrazia e il problema si risolverà secondo le leggi spagnole».

Così, dalla Germania, il fuoco della scena ieri è tornato a Barcellona. I disordini di domenica notte (cento feriti e sei fermi) hanno mostrato quanto sia necessario che la politica riprenda la guida delle emozioni prima che sfuggano davvero di mano. Il presidente del Parlament, Roger Torrent, ha visto i primi tre candidati alla guida del governo regionale bloccati dalla magistratu­ra: Carles Puigdemont, l’attivista pro indipenden­za Jordi Sánchez e Jordi Turull, politico di lungo corso passato al secessioni­smo. La novità viene da una risoluzion­e del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti umani che ha bocciato la decisione di impedire a Sánchez di lasciare la carcerazio­ne preventiva per sottoporsi al voto di investitur­a. Ripresenta­re Sánchez come candidato presidente sarebbe uno schiaffo ai giudici spagnoli. Un’ipotesi meno conflittua­le sarebbe puntare su qualcuno gradito non solo agli indipenden­tisti duri e puri, ma anche a chi è contrario alla «via giudiziari­a» scelta da Madrid. Le trattative sono aperte. Mercoledì è fissato il plenum. Potrebbe riaffiorar­e persino il nome di Puigdemont. I colpi di scena non finiscono mai.

 ??  ?? Dall’europa Una manifestan­te a Colonia, in Germania con la maschera dell’ex presidente catalano (Epa)
Dall’europa Una manifestan­te a Colonia, in Germania con la maschera dell’ex presidente catalano (Epa)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy