La semplicità e la simpatia dell’erede di Baudo
«Frizzolone», per tutti gli addetti ai lavori era Frizzolone, un modo per porre l’accento sulla sua simpatia, sull’aria da eterno ragazzo, sui modi da bravo presentatore sempre sorridente, persino ridanciano. In tv ha fatto un po’ di tutto, lungo la scala che va dalla «tv dei ragazzi» al varietà del sabato sera. Alcuni l’hanno considerato l’erede di Pippo Baudo per quella sua indubbia capacità di impersonare con naturalezza e convinzione il ruolo di intrattenitore nazional-popolare, adatto a grandi e piccini. In realtà il suo maestro è stato Michele Guardì, un’eredità da cui non è mai riuscito a liberarsi completamente. Il ricordo più vivido (e più sincero) riguarda un suo litigio con l’allora direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce (era il 2002) che pubblicamente aveva sconfessato il conduttore al termine di Miss Italia. Frizzi reagì con orgoglio: «Se fossi io un direttore di rete non andrei in giro a raccontare quanto un programma è noioso. Io non l’avrei detto. Non esistono solo serial killer, esiste la gente normale che non possiamo sopprimere solo perché a Del Noce non piace». Ma restò solo, nessuno dei suoi colleghi, nessuno dei grandi ospiti che per anni aveva invitato a Salsomaggiore disse una sola parola di solidarietà. Di errori, Frizzi ne ha commessi (come tutti noi). Quando le cose andavano bene non ha pensato a rinnovarsi, a capire che la tv attorno a lui stava mutando. Ha tentato altre vie (teatro, fiction) scoprendo che comunque sono più difficili e meno gratificanti della tv generalista. È rimasto un po’ prigioniero del suo ruolo e soprattutto dei format con cui ha dovuto fare i conti. Anzi, con un unico format: l’«intrattenimento consolatorio», il cui compito principale consiste nell’«ammazzare il tempo». I suoi show hanno sempre desiderato, sopra ogni cosa, tenere compagnia, rallegrare, svagare. A suo onore, va detto che non si è mai atteggiato a «fenomeno», ma ha sempre preferito incarnare il presentatore della porta accanto: molto determinato, amicale, quasi un vicino di casa. E, alla lunga, questa sua semplicità è stata premiata.