Corriere della Sera

Basilicata, stalking sull’ex fidanzata In cella vicepresid­ente del consiglio

Paolo Castellucc­io, di «Noi con l’italia», non si rassegnava alla separazion­e

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● Nel 2016 fu condannato dalla Corte dei conti regionale a risarcire 6.664 euro di rimborsi illeciti

«Torna con me», «Non mi lasciare ti prego». Telefonate di amore e di rabbia, sempre più insistenti e minacciose, quelle che faceva nell’ultimo periodo il vicepresid­ente del consiglio regionale della Basilicata, Paolo Castellucc­io, 58 anni, alla donna di Matera più giovane di lui con cui aveva intrecciat­o da qualche anno una nuova relazione, dopo la fine del suo matrimonio.

Ma la signora, che lavora nell’agenzia di viaggi di famiglia, dopo tanti alti e bassi non ne voleva più sapere. E, infine, esasperata, è andata a denunciarl­o in questura per stalking. L’ultima scenata davanti a tutti, sabato scorso, l’ha convinta a chiedere aiuto alla polizia. Così, Castellucc­io, difeso dall’avvocato di Potenza Donatello Cimadomo, legale di Vittorio Emanuele di Savoia ai tempi di «Vallettopo­li», è stato arrestato in flagranza di reato e domani, nel carcere di Matera, risponderà dei suoi presunti «atti persecutor­i» nell’udienza di convalida davanti al Gip.

L’uomo politico, un mese fa, insieme ai suoi colleghi in consiglio regionale Nicola Benedetto e Michele Napoli, aveva lasciato il gruppo di Forza Italia per aderire al movimento «Noi con l’italia» di Raffaele Fitto. Secondo i «rumors» cittadini i tre l’avrebbero fatto in polemica con Silvio Berlusconi, che li aveva esclusi senza neppure una spiegazion­e dalla lista dei candidati alle politiche dello scorso 4 marzo.

Il vicepresid­ente della Basilicata, separato con due figli, è originario di Policoro e la sua fortuna, prima che in politica, l’ha fatta al porto cittadino con l’ingrosso di ortofrutta, la storica attività di famiglia. La sua azienda, raccontano in paese, esporta fragole in tutto il mondo.

Adesso i suoi amici e colleghi di partito, Michele Napoli e Nicola Benedetto, raggiunti al telefono, si mostrano dispiaciut­i e increduli. E lo difendono: «Paolo è una persona perbene, mite, non è assolutame­nte un violento, per cui

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Strattonat­i Un’immagine dei maltrattam­enti all’interno dell’istituto per disabili dei Padri Trinitari a Venosa (Potenza)

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