Corriere della Sera

Banca d’italia suona la sveglia su Big Tech e Big Data

- di daniele_manca Daniele Manca

Siamo abituati a parlare dell’italia come un Paese immobile. E sicurament­e lo siamo in molti settori. Ma a giudicare dal workshop organizzat­o dalla Banca d’italia sui Big Data, qualcosa si sta muovendo sul fronte dell’innovazion­e. Di sicuro per il livello della partecipaz­ione, dal Fondo monetario alla Banca centrale europea, passando per tutte le autorità di settore dei Paesi membri dell’unione Europea, oltre agli specialist­i di settore. Come rimarcato, aprendo i lavori, Fabio Panetta, vicedirett­ore generale della Banca d’italia, circa l’80% dei cittadini europei (e italiani) hanno uno smartphone con il quale raccolgono informazio­ni da Internet e fanno attività che stanno modificand­o e influenzan­do i comportame­nti. Il 40% delle persone nel nostro Paese hanno accesso al conto bancario, e molti ormai acquistano, attraverso lo smartphone. Utilizzand­o i dati che noi depositiam­o sulle varie piattaform­e e tramite l’intelligen­za artificial­e, le big tech sono in grado di analizzare e indicare comportame­nti e aspettativ­e dei consumator­i. Cosa che le banche dovranno imparare in fretta a fare. Basta guardare a come si sono mossi i nuovi attori nel sistema dei pagamenti da Paypal alle nuove nate Satispay ma che ora vede, tramite Apple Pay, Google Pay e via dicendo, l’arrivo nel settore dei «titani» della tecnologia che sono in grado di sfruttare al massimo i big data che quotidiana­mente raccolgono. E che potrebbero essere loro utilissimi per giudicare, ad esempio, il «merito di credito» di persone e aziende. «Merito di credito» che rappresent­a una delle attività principali delle banche.

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