Banca d’italia suona la sveglia su Big Tech e Big Data
Siamo abituati a parlare dell’italia come un Paese immobile. E sicuramente lo siamo in molti settori. Ma a giudicare dal workshop organizzato dalla Banca d’italia sui Big Data, qualcosa si sta muovendo sul fronte dell’innovazione. Di sicuro per il livello della partecipazione, dal Fondo monetario alla Banca centrale europea, passando per tutte le autorità di settore dei Paesi membri dell’unione Europea, oltre agli specialisti di settore. Come rimarcato, aprendo i lavori, Fabio Panetta, vicedirettore generale della Banca d’italia, circa l’80% dei cittadini europei (e italiani) hanno uno smartphone con il quale raccolgono informazioni da Internet e fanno attività che stanno modificando e influenzando i comportamenti. Il 40% delle persone nel nostro Paese hanno accesso al conto bancario, e molti ormai acquistano, attraverso lo smartphone. Utilizzando i dati che noi depositiamo sulle varie piattaforme e tramite l’intelligenza artificiale, le big tech sono in grado di analizzare e indicare comportamenti e aspettative dei consumatori. Cosa che le banche dovranno imparare in fretta a fare. Basta guardare a come si sono mossi i nuovi attori nel sistema dei pagamenti da Paypal alle nuove nate Satispay ma che ora vede, tramite Apple Pay, Google Pay e via dicendo, l’arrivo nel settore dei «titani» della tecnologia che sono in grado di sfruttare al massimo i big data che quotidianamente raccolgono. E che potrebbero essere loro utilissimi per giudicare, ad esempio, il «merito di credito» di persone e aziende. «Merito di credito» che rappresenta una delle attività principali delle banche.