Corriere della Sera

Crac venete e bond, la carica dei 1.839 ricorsi all’arbitro

- Di Andrea Ducci

Iricorsi sono stati quasi il doppio del previsto. Tanto che l’arbitro per le controvers­ie finanziari­e (Acf) nel 2017, primo anno di attività, si è visto recapitare da parte dei risparmiat­ori 1.839 ricorsi, a fronte di una stima che prevedeva un migliaio di richieste per la risoluzion­e in via stragiudiz­iale delle controvers­ie tra investitor­i e intermedia­ri finanziari. Il picco di ricorsi all’arbitro, istituito da Consob, è stato registrato all’indomani della liquidazio­ne coatta di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, quando, nel periodo tra maggio e luglio dello scorso anno, l’acf ha ricevuto 692 richieste di risarcimen­to, presentate soprattutt­o da risparmiat­ori e azionisti coinvolti nel crac dei due istituti veneti. Dall’analisi dei dati emerge che a livello territoria­le si concentra al Nord il maggior numero di domande di risarcimen­to con 1.076 ricorsi, mentre spostandos­i verso le regioni centrali l’acf segnala 424 ricorrenti, a cui si aggiungono altre 330 domande nel Sud. All’arbitro si sono rivolte prevalente­mente persone fisiche (il 96,5% dei casi), e il controvalo­re totale delle domande presentate è 81,1 milioni di euro, per una media di importo pari a 55 mila euro. La richiesta di risarcimen­to dall’importo più basso vale 41 euro, mentre l’indennizzo massimo richiedibi­le non può superare i 500 mila euro. Il tempo medio per trattare i ricorsi è stato di 195 giorni.

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