Lagarde : ora un fondo anticrisi europeo
Weidmann: alt al riacquisto dei titoli, aumento dei tassi possibile nel 2019
Il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, non perde occasione per prendere le distanza dal numero uno della Banca centrale europea Mario Draghi, che aspira a sostituire quando scadrà il suo mandato a fine ottobre 2019. Secondo il presidente della banca centrale tedesca la Bce dovrebbe uscire rapidamente dalle sue politiche di tassi di interesse estremamente bassi e dagli acquisti di titoli di Stato che sono servite per uscire da una crisi ormai alle spalle. «Tale normalizzazione darebbe alla politica monetaria più spazio di manovra per reagire a qualsiasi rallentamento economico futuro», ha affermato Weidmann ieri durante un discorso a Vienna. Precisando che «la fine degli acquisti netti è solo l’inizio di un processo pluriennale di normalizzazione della politica monetaria, motivo per cui è così importante iniziare davvero presto». Mentre l’espansione economica «non durerà per sempre». Quanto al costo del denaro, per il tedesco «i mercati prevedono un primo aumento dei tassi di interesse intorno alla metà del 2019, e probabilmente non è del tutto irrealistico».
Una fuga in avanti, visto che il consiglio dei Governatori al termine dell’ultima riunione di politica monetaria ha invece confermato il «bisogno di un ampio grado di politica monetaria accomodante per assicurare un ritorno sostenuto dell’inflazione verso il target sotto ma vicino al 2%»; ha previsto che i tassi rimangano «al valore attuale per un periodo esteso di tempo». E ha confermato che continuerà ad acquistare asset per 30 miliardi al mese almeno fino al settembre 2018, e a reinvestire gli incassi dei titoli giunti a maturità per un periodo di tempo esteso dopo la fine del Qe e «fino a quando sarà necessario».
Per fronteggiare la prossima recessione, invece, Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario internazionale, rilancia l’idea di un «Fondo europeo anticrisi». Con costi «relativamente modesti», secondo Lagarde, si può creare uno strumento dell’eurozona per prevenire crisi future. Basterebbe mettere da parte «nei tempi buoni» lo 0,35% del Pil di ogni Stato, per affrontare i «momenti difficili». In caso di «circostanze estreme», il fondo potrebbe prendere in prestito risorse da impiegare per aiutare i Paesi in difficoltà, continuando a rispettare le regole della Ue. Il fondo potrebbe «ridurre di oltre il 50% gli effetti negativi sulla crescita», ha detto Lagarde parlando all’istituto economico Diw di Berlino e ha sollecitato un’integrazione della zona euro sfruttando questo momento di crescita.