«L’auto? Puntiamo ai millennials Elettrico sì, ma anche metano»
De Meo (Seat): vedo 5-6 alimentazioni
«Abbiamo dalla nostra parte i giovani — dice, sorridendo, Luca de Meo, il presidente di Seat — quando sono arrivato in Seat, nel 2015, pensavano che fosse un handicap, al contrario ho intravisto una incredibile opportunità, quella di avvicinare l’automobile ai millennials che, al contrario di quel che si dice, amano ancora la libertà e l’indipendenza che genera un’auto».
Perché scelgono Seat?
«In Europa viviamo una nuova stagione, siamo un marchio emergente, le giovani famiglie, con le donne molto presenti, riconoscono alle nostre vetture un rapporto ottimale tra qualità e prezzo. Siamo riusciti, grazie alla nostra casa madre Volkswagen da cui attingiamo tutta la tecnologia più moderna, a stabilire una perfetta equazione, la freschezza di un design che non esclude l’assoluto rigore tedesco. Abbiamo lanciato in due anni modelli inediti, l’ibiza e la Leon completamente trasformate, i due suv Ateca e Arona che conquistano ognuno il loro spazio, senza sovrapporsi, a cui si aggiunge ora il Tarraco, a sette posti, che ci apre una fascia nuova di mercato. Alla fine dell’anno arriva anche la Cupra Ateca L’80% dei test effettuati da società indipendenti ha considerato l’ibiza la migliore vettura del segmento».
Come vanno i conti?
«Per la prima volta sono stati superati i 10 miliardi di euro di fatturato, il risultato più importante riguarda la liquidità di cassa che sfiora il miliardo, così possiamo destinare alla ricerca e sviluppo un miliardo, la cifra più alta degli ultimi 25 anni. Tutti gli investimenti vengono sostenuti con i nostri mezzi».
Seat cosa rappresenta per la Spagna?
«Abbiamo un Paese intero che tifa per noi, se prima eravamo made in Barcellona oggi rappresentiamo l’industria spagnola, siamo il maggiore esportatore iberico, tra le prime dieci aziende, per fare un esempio una di queste è Zara, tra le più importanti del mondo. Il nostro valore è pari all’1% del Pil nazionale, abbiamo contribuito allo sviluppo sociale: una persona assunta al nostro interno vale da 7 a 10 impieghi dell’indotto».
Il futuro?
«Lanceremo un nuovo modello ogni sei mesi, da qui al 2020, e daremo inizio alla nostra offensiva elettrica. Guardiamo al domani con ambizioni di continua crescita, nel 2019 verrà commercializzata la nuova Leon a 5 porte e station wagon, anche in versione ibrida e nel 2020 un veicolo elettrico con 500 chilometri di autonomia, prodotto sulla piattaforma Meb del gruppo Volkswagen, adatto anche a percorsi di difficile aderenza».
Per la prima volta i ricavi hanno superato quota 10 miliardi di euro
Lanceremo un nuovo modello ogni sei mesi, incluse le elettriche
Trascurerete le alimentazioni tradizionali?
«Assolutamente no, proseguiremo tutte le possibilità».
Anche il diesel?
«Certo, sarà il caso di fare chiarezza, con troppa superficialità è stato trattato il tema. Stiamo passando da un sistema bipolare, benzina e diesel, a uno che comprende almeno 5-6 alimentazioni. Le auto elettriche oggi costano ancora troppo per affermarsi a breve, anche a causa delle infrastrutture di ricarica inesistenti. Il diesel emette il 25% in meno di CO2 di un benzina, le normative sono concentrate sulla riduzione del CO2, per cui il diesel è già favorito in partenza».
Per quanto riguarda l’ossido di azoto? il NOX,
«Tra un motore diesel Euro 4 e un Euro 6d, a norme attuali, le emissioni di NOX sono state ridotte sostanzialmente».
Spingerete sul metano?
«È necessario che le normative riconoscano il valore del metano come rimedio efficace e subito disponibile, contro l’inquinamento, conferendogli la stessa importanza attribuita all’elettrico. Dovrebbero essere realizzate più strutture di distribuzione sia per il metano sia per la ricarica elettrica, in tutta Europa. Stiamo realizzando un motore a metano con un serbatoio a metano principale e uno, più piccolo, a benzina, che ha la funzione di riserva. Questi motori potranno miscelare metano e bio metano prodotti da fonti rinnovabili che ci permetteranno di raggiungere emissioni molto ridotte e costi di utilizzo molto bassi».
Il diesel ha emissioni del 25% inferiori al benzina, parte già in vantaggio