Corriere della Sera

Greg la Schiappa è uno scugnizzo Il «Diario» tradotto in napoletano

Alla fiera di Bologna la speciale edizione (il Castoro) del primo volume della serie di Jeff Kinney

- Dalla nostra inviata Cristina Taglietti

BOLOGNA «Nuje Pariggi ’a tenimmo pe’ galleria». Che più o meno sarebbe: per noi il resto del mondo sono i dintorni di Napoli. Cita questo detto ironico e guascone, Francesco Durante, giornalist­a, scrittore, traduttore (John Fante, Bret Easton Ellis, Raymond Carver per citarne alcuni), spiegando che cosa ci fa un americano a Napoli. La trasferta sotto il Vesuvio è della Schiappa, a cui Durante presta le parole partenopee nella traduzione che uscirà per il Castoro il 10 maggio e che ieri ha avuto un’anteprima alla Bologna Children’s Book Fair. «L’idea viene da lontano — dice Pico Floridi che con Renata Gorgani è a capo della casa editrice italiana della serie —. È la lingua ideale per la Schiappa. Greg è uno scugnizzo. Ha molti tratti napoletani: la simpatia, quel modo di prendere la vita senza troppa fatica, l’ironia».

Così dopo l’ineptus Puer tradotto in latino da monsignor Daniel Gallagher, latinista del Papa, adesso arriva ’O Diario ’e nu Maccarone, titolo che dovrebbe dire qualcosa anche agli americani: «C’è una deriva anglosasso­ne nel napoletano, basti pensare a Pino Daniele — dice Durante —. E non c’è una parola perfettame­nte equivalent­e a “schiappa”. Avrebbe potuto essere “pruvolone”, “chiòchiaro”. Però “maccarone” è immediato».

Il napoletano è la cinquantas­eiesima lingua (compresi il gaelico e il frisone) in cui questo fenomeno da 200 milioni di copie viene tradotto. Jeff Kinney lo ha inventato model- landolo sulla sua infanzia: «È una versione esasperata di me bambino — dice —. Voglio rimanergli fedele. Ogni tanto penso che mi piacerebbe dedicarmi a qualcosa di nuovo, ma sarebbe solo per dimostrare che sono capace di fare altro, non aggiungere­bbe niente dal punto di vista artistico».

L’italia è stato il primo Paese in cui l’ha portato il successo, ma il Vesuvio Kinney non l’ha mai visto. A Napoli sbarcherà fra due settimane con la famiglia, prima tappa di un tour che lo porterà in giro per l’italia. Della lingua napoletana non conosce nulla («Ogni tanto penso di capire qualcosa di italiano, ora, però, mi sono reso conto di aver inteso solo il 10 per cento»), ma sentire Durante leggere le prime pagine del Diario’ e nu Maccarone è un’esperienza anche per lui. Il traduttore si schermisce: «Ho una pronuncia cafona, perché non sono napoletano di città, sono nato ad Anacapri, caso rarissimo di friulano napoletano. Tutta la mia giovinezza l’ho passata al nord».

Per la grafia lo scrittore, che ha tradotto dalla versione italiana verificand­ola spesso con l’inglese, si è basato sull’edizione critica del Teatro di Eduardo de Filippo curata da De Blasi e Quarenghi nei Meridiani. «Il problema è che ci sono molti vocabolari ma sono tutti dal napoletano all’italiano». La prima versione è venuta abbastanza rapidament­e. «L’incubo comincia dopo, quando arrivano i ripensamen­ti. Non sei mai veramente sicuro di avere centrato la grafia, il tono. Pensi: questo me la contestera­nno perché è un termine obsoleto, oppure non andrà bene perché è un calco dall’italiano. Poi ci sono molte parole e modi di dire che mi verranno in mente tra sei mesi». Benché ci siano traduzioni in napoletano di opere come l’orlando furioso, l’iliade, l’odissea, che datano dal Seicento (ma c’è anche O’ princepe piccerillo) Durante ha lavorato su un napoletano vivo e attuale, con qualche innesto slang per evitare che Greg e i suoi amici «diventasse­ro maschere della commedia dell’arte o personaggi della fiabe di Basile». Così dicono «andiamo a parià» quando vogliono divertirsi. E poi c’è Halloween: dolcetto o scherzetto? «Bisognava inventarsi qualcosa. Io ho fatto “pastarella o jacuvella?”».

Lingue

Francesco Durante ha tradotto dalla versione italiana, verificand­ola spesso con l’inglese

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A sinistra: una tavola tratta da
‘O Diario ‘e nu Maccarone, l’edizione in napoletano del primo libro del Diario di una Schiappa (il Castoro), in libreria dal 10 maggio. Su corriere.it/ cultura altre tavole e alcune scene del volume in esclusiva
Online A sinistra: una tavola tratta da ‘O Diario ‘e nu Maccarone, l’edizione in napoletano del primo libro del Diario di una Schiappa (il Castoro), in libreria dal 10 maggio. Su corriere.it/ cultura altre tavole e alcune scene del volume in esclusiva

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