Gli allenatori scelgono Allegri ma si spaccano sul nome del c.t.
Allegri Per la Nazionale vedo un bellissimo futuro Faccio l’in bocca al lupo a tutti noi allenatori, un po’ meno a Sarri... Il duello durerà fino alla fine
Hanno ragione tutti, dal commissario federale Roberto Fabbricini quando dice che gli allenatori italiani sono «un’eccellenza che il mondo ci riconosce» fino a Davide Nicola il quale sostiene che «una Panchina d’oro sola non basta perché quelli bravi sono troppi», eppure il paradosso è lì da vedere, ingombrante come un campo di calcio: sono tanti e sono bravissimi, forse sono perfino i migliori al mondo come sostiene il loro frontman Renzo Ulivieri, eppure dalla nostra Waterloo sono passati 134 giorni e siamo ancora in cerca di un commissario tecnico. Quelli bravi troppo bravi per una Nazionale mediocre? Di certo, comunque vada a finire, l’impressione di aver perso quattro mesi c’è. Ed è diffusa.
Sebbene il subcommissario Costacurta abbia annunciato che «il 20 maggio si saprà», ieri a Coverciano la riflessione sull’identikit del prossimo c.t. ha rubato la scena perfino al premiato di giornata, Max Allegri, forse anche perché era piuttosto scontato che dopo scudetto e finale di Champions la Panchina d’oro 2016/17 non potesse che andare a lui, 19 voti contro gli 11 di Gasperini — non è una sorpresa, su — e i soli 6 di Sarri. Quella d’argento è andata a Leonardo Semplici della Spal, quella di Lega Pro a Giovanni Stroppa del Foggia. Nato nel 1990/91 per volere dell’allora presidente del settore tecnico federale Massimo Moratti, trattasi di un premio ambitissimo dagli allenatori visto che ad assegnarlo dietro votazione — più o meno segreta — è la corporazione: non i giornalisti né i dirigenti, ma gli allenatori stessi. La squadra.
«Faccio un grosso in bocca al lupo a tutti noi allenatori, a Sarri un po’ meno» ha scherzato Allegri con la targa in mano prima di aggiungere che «vede per la Nazionale un bellissimo futuro», osservazione che ha dato il via a una serie di candidature a spot dalle quali sono emersi anche nomi imprevisti. Tipo Prandelli, che secondo Ulivieri «ha
Di Francesco Ho votato Gasperini, è stato il migliore. Allegri? Bravo a comunicare
Fabbricini I tecnici italiani sono una eccellenza che il mondo riconosce
Preferenze
Per Ulivieri «Prandelli ha il profilo adatto», Spalletti vota Ancelotti, Zenga vuole Mancini
il profilo adatto perché più selezionatore che allenatore». Anche Spalletti ha il suo preferito, «vedo Ancelotti», che fra l’altro ieri ha incassato diversi endorsement, fra cui quelli di Pecchia e Lopez. Di Francesco sostiene Di Biagio («senza grande esperienza ma bravo»), Conte invece ha ricevuto la fiducia pubblica di Carrera, suo ex collaboratore, oggi allo Spartak Mosca: «Serve fare rinnamorare l’italia». Mancini, oltre a essere il favorito secondo i bookmaker che ora pagano una sua nomina 2 volte contro le 3,5 di Conte e Ancelotti, ha invece nell’amico Zenga uno sponsor convinto: «È l’uomo giusto».
Chissà, il 20 maggio sapremo, poi finalmente si potrà cominciare a fare sul serio: perché in fondo, come ha detto Capello, qui il problema vero non è il c.t. ma chi gioca.