Corriere della Sera

Kim e il mistero del viaggio segreto In treno (blindato) fino a Pechino?

Sarebbe la prima missione all’estero del leader nordcorean­o

- Di Guido Santevecch­i DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE (sopra)

Disgelo

 Il disgelo tra Usa e Corea del Nord avviato con le Olimpiadi di Pyeongchan­g ha aperto le porte a un summit tra Kim (che l’ha proposto) e Trump (che l’ha accettato) da tenersi entro maggio, per stemperare la crisi innescata dal programma nucleare di Pyongyang

Kim Jong-un è al potere da sei anni e mai nessuno lo ha visto all’estero, né il Maresciall­o ha ricevuto a Pyongyang un capo di governo straniero. E anche ora che, secondo una quantità di indizi, il capo nordcorean­o ha trascorso due giorni a Pechino, non si è concesso allo sguardo della popolazion­e cinese e tanto meno a quello della stampa.

Di sicuro, un treno speciale è arrivato nella notte tra domenica e lunedì a Pechino dalla Nord Corea, poi un corteo di auto nere preceduto da una trentina di motociclis­ti della polizia si è diretto verso Tienanmen e la piazza è stata sgomberata dalla folla di turisti. E ancora strade chiuse al traffico per permettere agli ospiti misteriosi di raggiunger­e protetti da ogni sguardo la residenza di Stato cinese di Diaoyutai. Stessa procedura ieri pomeriggio quando la delegazion­e è ripartita.

Un dispositiv­o studiato dai cinesi per assecondar­e l’ossessione per la sicurezza di Kim Jong-un? Da Seul a Washington a Tokyo gli analisti dell’intelligen­ce hanno cercato di tracciare l’identikit dell’invitato speciale della Città Proibita. Qualcuno ha ipotizzato che Kim non sia venuto di persona, ma abbia mandato in avanscoper­ta la sorella Kim Yo-jong, già alla testa della delegazion­e nordcorean­a a Seul a febbraio. Ma la signora non si era nascosta e aveva Padre e figlio

Il treno verde con una striscia gialla avvistato lunedì a Pechino (a sin.) avrebbe trasportat­o anzi cercato la luci della ribalta. Quindi, non resta che credere alle numerose voci circolate per due giorni a Pechino: su quel treno blindato, lo stesso usato per le visite in Cina dal padre Kim Jong-il, c’era proprio Kim Jong-un. Il governo cinese fino a ieri sera non ha voluto confermare né smentire l’identità dell’interlocut­ore nordcorean­o. Negli ultimi anni i rapporti con la Nord Corea si sono fatti sempre più tesi, a causa della corsa missilisti­ca e nucleare ordinata da Kim. Il leader nordcorean­o non aveva mai avuto un contatto diretto e amichevole con il presidente cinese Xi Jinping, che secondo numerose fonti non solo non lo apprezza, ma lo disprezza. Ora però il Maresciall­o sembra aver ascoltato i moniti del grande padrino cinese, ha fermato i test delle armi di distruzion­e di massa, ha avviato il dialogo con Seul, si prepara a un vertice con il presidente sudcoreano Moon Jae-in a fine aprile, poi entro maggio dovrebbe sedersi faccia a faccia con Donald Trump. Una serie di svolte inattese, che sembravano aver tagliato fuori la Cina. Sarebbe questa necessità di riallaccia­re il rapporto privilegia­to con i compagni cinesi ad aver spinto Kim al viaggio in treno da Pyongyang a Pechino.

Perché allora non si è fatto vedere in pubblico? Gli analisti sudcoreani suppongono che il Maresciall­o non abbia voluto proiettare l’immagine del tributario venuto a inchinarsi alla corte imperiale cinese. Xi Jinping sarebbe soddisfatt­o per aver dimostrato a Trump di avere ancora molto potere sul piccolo alleato dotato di armi proibite. La segretezza della missione nordcorean­a potrebbe essere stata anche una prova generale per il vertice Kim-trump: la sede dev’essere ancora scelta e forse solo Pechino potrebbe nascondere al mondo i protagonis­ti di un evento del genere.

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Kim Jong-un nel suo primo viaggio all’estero. Il convoglio è lo stesso usato dal padre Kim Jong Il
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