Corriere della Sera

Ebrea uccisa, il killer gridava «Allah Akbar »

- Stefano Montefiori

«Quel che è terribile, è che uno dei due arrestati durante l’aggression­e diceva all’altro: “È un’ebrea, per forza deve avere dei soldi”», ha riferito il ministro dell’interno francese, Gérard Collomb, ieri all’assemblea nazionale. E ancora, l’assassino gridava «Allah Akbar» mentre la colpiva con undici coltellate, prima di dare fuoco al cadavere e alla casa. Così venerdì 23 marzo è morta nel suo modesto appartamen­to di un palazzone popolare dell’est parigino Mireille Knoll, 85 anni, scampata alla retata del Vel d’hiv nel 1942 ma non all’antisemiti­smo che da una decina di anni torna a uccidere in Francia. La signora Knoll conosceva il suo assassino, il 27enne musulmano Yassine, da quando questi era un bambino di sette anni. Abitavano nello stesso palazzo al numero 60 di avenue Philippe Auguste e ancora venerdì pomeriggio, poco prima dell’omicidio, lui era andato a trovarla come faceva un tempo. Era tanto che non si vedevano, perché la badante di Mireille lo aveva denunciato per tentato stupro della figlia 12enne e lui era stato in carcere.

Oggi alle 18 e 30 a Parigi è in programma una grande marcia contro l’antisemiti­smo che si concluderà davanti alla casa della signora Knoll. Tutte le forze politiche hanno manifestat­o la loro adesione e i leader parteciper­anno, tranne Marine Le Pen la cui presenza «non è gradita», ha detto il portavoce delle comunità ebraiche Francis Kalifat.

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