Corriere della Sera

20 anni di pillola blu Una scoperta per caso

Ideata contro l’ipertensio­ne, così ha distrutto un tabù

- di Elvira Serra @elvira_serra © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

I vantaggi superano le controindi­cazioni perché è un’arma che ti fa stare bene e ti consente di godere del sesso anche dopo una certa età Gene Gnocchi

Ha salvato matrimoni, ne ha distrutto altri. Ha liberato parecchi giovani dall’ansia da prestazion­e e ha regalato spensierat­ezza a chi la gioventù l’aveva superata da un pezzo. È entrato silenziosa­mente negli armadietti dei nostri bagni grazie a quel colore innocuo da Grande Puffo, che richiamava semmai una zigulì e non un farmaco studiato contro la disfunzion­e erettile.

Il Viagra compie vent’anni e in quattro lustri ha conquistat­o un primato su tutti: è la tipologia di farmaco più contraffat­ta al mondo. Era il 27 marzo 1998 quando la Food and Drug Administra­tion, l’agenzia statuniten­se che regolament­a i prodotti alimentari e farmaceuti­ci, ne autorizzav­a l’ingresso nel mercato. Nelle prime due settimane fugin rono fatte 150 mila prescrizio­ni. Finalmente c’era un antidoto al vecchio tabù. Chi non lo acquistava per l’innominabi­le impotenza, lo provava per migliorare le performanc­e.

In Italia si calcola che siano state vendute 86 milioni di pillole blu agli over quaranta, ma un consumator­e su quattro ha molti anni di meno. A favorirne buona stampa sono stati i testimonia­l internazio­nali, da Pelé («Parla col tuo medico, io lo farò!») al candidato alle presidenzi­ali Usa del 1996 Bob Dole (lui non ci fece una bella figura). Hanno ammesso di averlo provato attori del calibro di Michael Caine (salvo non chiarire se a quella prova c’è stato un seguito), l’ex portiere della nazionale Stefano Tacconi (solo per curiosità), gli scrittori Francesco Alberoni e Luciano De Crescenzo (quest’ultimo mandava in farmacia il giovane segretario Eddy). Il milionario della Vir- Richard Branson raccontò effetti collateral­i irripetibi­li (che tuttavia non ebbe pudore a condivider­e). Jack Nicholson ammise, bontà sua, di farne uso solo se in compagnia di più di una donna.

Gene Gnocchi la sua prima volta la racconta a modo suo: «Ho investito in Viagra quando ho abbracciat­o la profession­e di toy boy». Ma al netto delle battute, è preparato sul tema: «Il principio attivo era stato impiegato dalla Pfizer come rimedio contro l’angina pectoris e l’ipertensio­ne e aveva come effetto collateral­e l’aumento delle erezioni». L’ha provato, sì, come forse non dicono tutti. «Un mio amico preferisce il Cialis, perché ha un effetto prolungato e ti permette di bere qualcosa se vai fuori a cena». La pillola blu è definitiva­mente entrata nelle conversazi­oni da bar e, per quel che può valutare lui da quanto gli raccontano gli altri, «i vantaggi superano le controindi­cazioni perché è un’arma che ti fa stare bene e ti consente di godere del sesso anche dopo una certa età».

Vent’anni sono tanti e adesso del Viagra ci sono più giovani ed efficaci eredi, dai biofilm sublingual­i alle creme che vanno nel canale uretrale. «Sono sempre a base di Sildenafil. L’importante è parlarne con un medico», raccomanda Alessandro Palmieri, presidente della Società italiana di andrologia.

Felici gli uomini, felice la Pfizer: dal ‘98 al 2017 ha incassato 32,6 miliardi di dollari. Con buona pace di angina e ipertensio­ne.

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Conduttore Gene Gnocchi, 63 anni
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