Corriere della Sera

La melanzana rubata ci costa 8.000 euro

- di Gian Antonio Stella

Può una melanzana costare ai contribuen­ti 8.000 euro? Certo, ci sono questioni di principio che non hanno prezzo. Ed è ovvio che la magistratu­ra deve esser libera di andare avanti con una causa giudiziari­a anche se dovesse costare un milione. Ma solo se si tratta, appunto, di una questione di principio fondamenta­le. Non per una melanzana rubata nel campo di un contadino che, per non coprirsi di ridicolo, non aveva neppure sporto denuncia. Eppure così è andata: Simone Saba, rubato nel lontano 2009 l’ortaggio (1,20 euro al chilo, oggi), è stato protagonis­ta di tre processi finché la Cassazione, finalmente, ha chiuso la faccenda per la «tenuità» del reato. Il tutto a spese, come spiegano le cronache, della collettivi­tà. Compreso il difensore dato che il ladruncolo era nullatenen­te. Se si trattasse di una curiosità bizzarra, amen. Il guaio è che il costosissi­mo tormentone è solo l’ultimo di una lunga serie. Che ha visto la Cassazione trascinata nel gorgo di processi demenziali. Come quello sul bucato steso ad asciugare: «Qualora i panni sciorinati invadano con la loro parte pendente o l’acqua gocciolant­e il terrazzo alieno ci si trova di fronte a una compressio­ne del godimento del proprietar­io sottostant­e?». O sull’asina andata a brucare sul campo del vicino: anni di udienze e scontri dal primo grado al secondo e su su in Cassazione finché i giudici avevano rinviato tutto al primo grado perché, per quel reato, l’asina solitaria andava «considerat­a mandria». Per non dire di altre cause avviate con le motivazion­i più assurde. Dalla permalosis­sima signora che querela la vicina perché le ha mandato un sms con scritto «Perepe qua qua qua qua perepe» fino al suocero che fa causa per truffa alla nuora rea di aver messo in tavola agnolotti comprati e non fatti in casa e così via... Deliri. Tanto più in un Paese dove la Cassazione, dice l’ultimo dossier di Studio Ambrosetti, continua ad accumulare pendenze che non riesce a sbrigare: «Circa 106 mila rispetto alle 103 mila dell’anno precedente». «Causa che pende / causa che rende», recita un vecchio adagio degli avvocati più cinici. Certo è che ancora una volta torniamo a rimpianger­e Eleonora, la giudicessa d’arborea che alla fine del Trecento stabilì nella «Carta de Logu»: «Vogliamo e ordiniamo che al fine di limitare le spese ai sudditi ed ai litiganti circa vertenze o liti che non superano i 100 soldi sia vietato appellarsi a Noi o ad altri funzionari regi...».

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