Tim, la svolta dei sindaci, revoca in assemblea il 24 aprile Bernabè: la rete resta italiana
Il collegio sindacale di Tim «sterilizza» l’opposizione di Vivendi e chiede di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea del prossimo 24 aprile con la richiesta presentata dal fondo Elliot di revoca di sette consiglieri in quota francese. Richiesta che il gruppo presieduto da Vincent Bolloré aveva cercato di disinnescare lo scorso giovedì con le dimissioni degli amministratori, esecutivi e non, indicati dalla società francese — a decorrere dal 24 aprile — e la convocazione di un’assemblea il 4 maggio per la nomina del nuovo consiglio. Sull’andamento della riunione la Consob ha avviato un’indagine.
La decisione del collegio sindacale arriverà domani sul tavolo del consiglio e permette di fatto a Elliott di rientrare in partita. Vivendi si presenterà il 24 aprile senza i propri rappresentanti, per i quali saranno diventate efficaci le dimissioni. In linea di principio decadrebbe l’intero consiglio. I legali tuttavia sono al lavoro per studiare tutti i risvolti possibili con il probabile obiettivo di portare gli azionisti di Tim a reintegrare il board con i membri indicati dal fondo Usa — Fulvio Conti, Luigi Gubitosi, Rocco Sabelli, Paola Giannotti De Ponti, Massimo Ferrari e Dante Roscini – confermando il ceo Amos Genish.
Proprio ieri Genish ha notificato all’agcom il piano di separazione della rete. «Una rete, sicura, neutrale e moderna è un presupposto fondamentale per la crescita dell’italia — ha commentato il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, che ieri ha visto il ceo di Tim —. È un bene che la separazione rimanga un fondamento del piano industriale di Tim con qualunque compagine azionaria». «È una garanzia che un asset importante per l’italia resti sotto controllo italiano» ha detto Franco Bernabè, vicepresidente esecutivo di Tim, che ha escluso un ritorno alla guida: «Ho già dato due volte».