Le viti per i supersonici da Foligno al Michigan
La chiamano componentistica di altissima precisione. Per il settore aerospaziale, dove la tecnologia sta facendo progressi da gigante. Dove la manifattura additiva, le produzioni con le stampanti 3D, sta crescendo a colpi di investimenti. C’è un’azienda italiana che in questo settore è leader mondiale: la Umbra Group di Foligno, controllata dalla famiglia Baldaccini. Ha appena comprato l’americana — rivale nel segmento delle viti a ricircolo di sfere per i controlli di volo, sistemi di sollevamento, freni e attuatori elettromeccanici — Thomson Aerospace&defense. Un’acquisizione importante. Soprattutto perché la realizza una realtà italiana di circa 170 milioni di fatturato (e mille dipendenti tra Italia ed estero) che compra una competitor controllata dal colosso britannico Meggitt, quotato alla Borsa di Londra con una capitalizzazione di circa 3,8 miliardi di euro.
Umbra Group, azienda capofila del fiorente distretto umbro dell’aerospazio, è attiva soprattutto nel mercato dell’aviazione civile. Ha clienti importanti ai quali vende queste componenti necessarie alla sicurezza degli aeromobili. Tra i suoi committenti ci sono Airbus, Boeing e i loro clienti finali come British Airways, Lufthansa, Air France-klm. Si sta specializzando anche in ambito aerospaziale, tanto che queste viti a ricircolo e i (loro) sistemi di sollevamento vengono usati anche da Thales Alenia Space, la joint-venture italo francese tra il gruppo Thales e l’italiana Leonardo. Satelliti artificiali, sonde interplanetarie, osservatori spaziali. Un mercato di nicchia che fa il paio con quello militare, che è invece il cuore delle attività dell’americana Thomson. L’operazione è stata curata dalla società di consulenza Oaklins Arietti, specializzata in fusioni e acquisizioni.