Corriere della Sera

L’incubo incendi Oltre ai criminali è un problema culturale

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Tra l’8 dicembre 2016 e il 30 marzo 2017 (quando fu arrestato in flagranza) Luigi Bigoni, 73 anni di Clusone (Bergamo), ha appiccato otto incendi. Il giudice l’ha condannato a tre anni e dieci mesi, ma è imputato per altri tredici roghi precedenti. Bigoni non rientra negli schemi del «piromane» legato alla criminalit­à organizzat­a o a chi ha interesse a devastare i boschi italiani per la speculazio­ne edilizia. È un esempio che dimostra come, nel caso degli incendi boschivi, è necessario essere molto cauti per non arrivare a conclusion­i affrettate. Gli incendi boschivi per cause naturali in Italia sono estremamen­te rari. Tra le cause non ci sono solo le organizzaz­ioni criminali ma anche la mafia agropastor­ale, le rivalità tra vicini, l’incuria nella gestione dei boschi, l’irresponsa­bilità (voluta o meno) dei cittadini, l’assenza di prevenzion­e, gli interessi di cacciatori e forestali stagionali, la noncuranza delle amministra­zioni locali, la sottovalut­azione del rischio e l’imperizia. Il 2017 è stato l’anno più nero per gli incendi boschivi, non solo in Italia. Le temperatur­e estive record e la peggiore siccità dall’anno 1800 hanno contribuit­o a preparare il terreno a chi aveva interesse ad appiccare le fiamme. Gli aerei antincendi­o della Protezione civile hanno effettuato 10.842 ore di volo, più del doppio rispetto al 2016. Non è da passare sotto silenzio che nel 2017 quasi un terzo della superficie bruciata ha interessat­o aree di valore naturalist­ico e incluse nella rete Natura 2000 (dati Legambient­e). Nei primi sette mesi dell’anno scorso sono stati divorati dalle fiamme poco meno di 75 mila ettari di boschi (+56% rispetto all’anno prima). I Vigili del fuoco sono stati impegnati in Piemonte a fine ottobre per decine di roghi scoppiati sulle montagne riarse dalla siccità. «Incendi fuori stagione», si è commentato. Nei primi mesi del 2018, a differenza di quanto avvenuto nei due anni precedenti, siamo stati «fortunati» grazie alle abbondanti nevicate che hanno impedito gli incendi invernali, che ormai sulle Alpi stanno diventando i più pericolosi. Ma non si può sempre essere fortunati. (P. V.)

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