Agnelli e le richieste dei club
A Roma cade un veto: chi cambia squadra può giocare in coppa
Scomodando la storia, quella vera, più d’uno dei 163 dirigenti presenti ieri all’hotel Cavalieri parlava di «un nuovo trattato di Roma», con esplicito riferimento al vertice che nel 1957 istituì la Cee. Eccessivo? In fondo è solo calcio? Può essere, ma è davvero «solo calcio» un giochino che, ultimi dati Deloitte, solo in Europa muove un giro d’affari da quasi 25 miliardi di euro? L’impressione è che dietro alla ventesima assemblea generale dell’eca, l’associazione dei club europei riunitasi ieri nella capitale per il decennale di fondazione, ci sia stato qualcosa di più di un formale rendez vous fra amministratori delegati in una settimana scarica d’impegni per via delle nazionali. Riordino dei calendari, trasferimenti, fair play finanziario, Var: tutti gli argomenti caldi dell’attualità calcistica sono stati trattati, fra gli stucchi dell’hotel sulla collina di Monte Mario. Obiettivo, discutere del presente ma soprattutto progettare il calcio del futuro.
A fare gli onori di casa è stato Andrea Agnelli, il presidente eletto a settembre per succedere a Karl Heinz Rummenigge sulla poltrona più alta di quella che potremmo definire una sorta di confindustria continentale del sistema pallone, della quale fanno parte oltre duecento membri di cui nove italiani (Fiorentina, Inter, Juve, Milan, Lazio, Napoli, Roma, Sampdoria, Udinese). Rivolgendosi ai colleghi ma anche al presidente Fifa Infantino («l’assenza dell’italia in Russia è un coltello nella piaga») e a quello Uefa Ceferin, il patròn bianconero non ha risparmiato riflessioni sul presente e sul futuro del movimento, a partire da uno dei temi centrali, la Var, promossa apertamente dalla federcalcio mondiale che la porterà in Russia ma osteggiata da quella europea. Anche ieri Ceferin ha ribadito la sua posizione: «In Champions ci sarà quando il sistema sarà perfetto». «È un processo irreversibile» la posizione di Agnelli, che ha poi aggiunto: «C’è in Italia, c’è in Germania, verrà adottato anche nel Regno Unito. Noi dobbiamo rispettare la tempistica dell’uefa, devono formare gli arbitri. La questione abbraccia tutte le federazioni, ma i club italiani che fanno parte dell’eca (European Club Association) di cui Andrea Agnelli è presidente dal 5 settembre 2017 penso che il sistema potrà essere adottato già nella stagione 2019/20». Una posizione che avvalora l’ipotesi di uno scenario del quale si parla da un po’: l’eca come soggetto mediatore fra Fifa e Uefa?
L’altro tema forte è il riordino dei calendari. «Meno partite e più riposo per i giocatori» lo spot del dirigente juventino che ha poi parlato di «fair play finanziario 2.0» per snellire le indagini contabili: nel momento in cui un club spenderà più di 100 milioni in una stagione al netto del saldo acquisti-cessioni, l’uefa potrà verificare subito i bilanci. Infine il sistema dei trasferimenti: «I giocatori acquistati nel mercato invernale potranno giocare nelle coppe con la nuova squadra». Il nuovo calcio, piaccia o non piaccia, sarà anche questo.
L’adozione della Var è un processo irreversibile Penso che possa essere utilizzata in Champions dal 2019-20
I giocatori devono poter riposare di più, quindi i calendari vanno rivisti: ora si gioca troppo
Il fair play va snellito: indagini per quei club che spendono più di 100 milioni in una sola stagione