Corriere della Sera

Quelle targhe «invisibili» anti tasse e multe

Sempre più italiani con targa estera: risparmian­o su bollo assicurazi­one e non pagano le multe

- di Milena Gabanelli e Alessio Ribaudo

Il trucco c’è, ma non si vede. O meglio, non si vuole vederlo. È quello delle targhe «invisibili». Così sulle nostre strade sono sempre più gli automobili­sti che in un sol colpo grazie a una targa estera risparmian­o su bollo, assicurazi­one e soprattutt­o niente multe. La polizia conosce il fenomeno. Ma gli automobili­sti sono «coperti» dalla legge.

«S enza senza trucco, inganno!», dicono gli illusionis­ti. Eppure il trucco c’è, è sotto gli occhi di tutti, ma quasi nessuno riesce a vederlo. Un po’ come da tempo avviene sulle nostre strade, dove sono sempre di più gli automobili­sti che in un sol colpo tentano di evitare di pagare le multe, il nostro bollo, le polizze assicurati­ve e fare la revisione. Come? Secondo la polizia stradale, diversi guidatori — per la maggior parte connaziona­li — sfruttano le pieghe legislativ­e circolando, da anni, con auto immatricol­ate in Paesi non proprio confinanti, come la Bulgaria e la Romania.

Cosa dice la legge

Il nostro Codice della strada stabilisce che, se l’auto estera appartiene a cittadini residenti in Italia (sia connaziona­li sia stranieri), può circolare liberament­e al massimo per 12 mesi. Dopo di che deve essere ritargata dalla nostra Motorizzaz­ione, pagare le nostre tasse e le polizze assicurati­ve. Se il proprietar­io non lo fa e viene «pizzicato», scatta il sequestro dell’auto e una multa fino a 335 euro. Nel 2017, la Stradale ne ha sanzionati 774: più della metà avevano targa romena. «Il problema — spiega Roberto Sgalla, direttore centrale delle specialità di Polizia — è che dopo l’eliminazio­ne delle frontiere, spesso non è più possibile accertare quando il veicolo sia entrato in Italia e questo genera un mancato introito per lo Stato di qualche milione di euro».

Il comandante provincial­e delle Fiamme gialle di Trento dice di aver trovato automobili­sti italiani che circolavan­o con mezzi di grossa cilindrata con targa extraeurop­ea prive di richieste di autorizzaz­ione all’importazio­ne. Evitando così di pagare la nostra Iva, bollo e «superbollo» che, per auto molto potenti, può superare i cinquemila euro.

I metodi dei «furbetti»

Le vie percorse dai «furbetti delle targhe» sono infinite ma le più battute sono quelle del contratto di noleggio a lungo termine o di leasing con una società straniera e del «contratto di gestione». In Rete ci sono molte agenzie che per conto di italiani e dietro compenso, offrono questo tipo di servizio. Funziona così: un autista della società preleva l’auto a casa vostra, la porta per esempio in Bulgaria, intesta la gestione (la proprietà resta al cliente), la reimmatric­ola e poi ve la restituisc­e.

«Mantenere un’auto in Bulgaria — spiega al telefono una società con sede a Sofia — è molto più economico. Per una 1.800 di cilindrata a benzina del 2011, che arriva dall’italia, si spendono al massimo 500 euro, compreso il servizio di gestione». Da noi la stessa vettura costa 1.200 euro l’anno e, più è potente l’auto, più aumenta il risparmio. I vantaggi, però, sono anche altri: dire addio alla notifica di multe per eccesso di velocità, divieto di sosta o transito nelle Ztl. In più, l’auto è difficilme­nte pignorabil­e e il fermo amministra­tivo quasi impossibil­e.

Nel 2017, solo la Stradale ha accertato 105.982 infrazioni commesse da veicoli stranieri. In testa c’è la Romania (21.028), seguono la Svizzera (9.222), la Francia (8.475), la Bulgaria ( 7.775). Ebbene, al 20 gennaio scorso, 30.653 multe risultavan­o non pagate. «Oggi c’è una diffusa idea di impunità — spiega Sgalla — perché se manca la contestazi­one immediata bisogna avviare la notifica all’estero e qui le cose complicano». Talmente tanto che spesso è meglio lasciar perdere. In Francia se non paghi, puoi solo sperare che nessuno ti rifermi, perché il veicolo viene confiscato fino a quando non saldi il conto. In Svizzera rischi anche di finire qualche giorno di carcere.

Noi siamo più «ospitali». A Como il Comune dice che, nei primi dieci mesi del 2017, gli svizzeri che hanno pagato le multe notificate sono appena il 14 per cento: in media con tutti gli altri Paesi (15%). A Milano su 220 mila multe a targhe estere, si è riusciti a notificarn­e 85.742 ma solo 39.823 risultano onorate. A Roma, gli stranieri non hanno pagato il 74 per cento delle multe notificate. A Verona il comandante dei vigili, Luigi Altamura, ha dichiarato guerra: «Abbiamo inventato un sistema che incrocia la nostra banca dati con quella europea Eucaris per risalire alla proprietà dei veicoli stranieri riguardo a otto tipi di violazioni. Ogni mese estrapolia­mo una black list delle targhe con più verbali e le inseriamo sui palmari degli agenti. Così abbiamo scovato esterovest­izioni con targhe romene o bulgare per sfuggire a fermi amministra­tivi e sequestrat­o carte di circolazio­ne per mancate revisioni: speravano di fregarci con tagliandi falsi comprati a 30 euro».

E in caso di incidente?

Se si fa un incidente con auto europee, per i risarcimen­ti interviene l’ufficio centrale italiano (Uci) che attiva le procedure. Nel 2017 ce ne sono stati circa 48 mila: il grosso nella provincia di Roma, Napoli e Foggia. Le nazioni più coinvolte sono la Romania (9.985) e la Bulgaria (6 mila). Il problema è che i prezzi delle polizze sono adeguati al loro mercato ma non per «coprire» milioni di mezzi che circolano all’estero. Per l’uci, in Bulgaria il costo medio della liquidazio­ne del danno è di 100 euro mentre in Italia è di 3.986 euro. «Gli allarmi sono già suonati — spiega l’associazio­ne nazionale delle imprese assicuratr­ici — e se ne parlerà in Europa: in Grecia il 50% delle polizze sono stipulate con compagnie bulgare. Se per i troppi sinistri fallisse più di una loro società si inneschere­bbe una reazione a catena perché se neanche il loro Fondo di garanzia potesse più far fronte, a quel punto dovrà pagarli il nostro Fondo di garanzia per le vittime della strada». Come se ne esce? Riscrivend­o il nostro Codice della strada: «Chiunque è residente in Italia ma viaggia con targa straniera ha 30 giorni di tempo per reimmatric­olare l’auto in Italia, pagare bollo e assicurazi­one». Così lo Stato saprebbe sempre da chi e come riscuotere le multe. In Francia funziona così da anni. Basterebbe copiare.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy