Corriere della Sera

Il Papa ai genitori per la Pasqua «Lavate gli occhi ai vostri bimbi»

Francesco rilancia una vecchia tradizione: serve all’anima per vedere le cose belle

- Di Gian Guido Vecchi Il Battesimo di Cristo,

«In tanti Paesi, qui in Italia e anche nella mia patria, quando il giorno di Pasqua si ascoltano le campane, le mamme e le nonne hanno l’abitudine di portare i bambini a lavarsi gli occhi con l’acqua, l’acqua della vita, come segno per poter vedere le cose di Gesù, le cose nuove». Francesco lo dice sorridendo, mentre alza lo sguardo dal testo scritto della catechesi e fa il gesto di passarsi la mano davanti agli occhiali da lettura. Alla fine lo ripete ai fedeli che riempiono piazza San Pietro: «E vi consiglio: la mattina di Pasqua portate i bambini al rubinetto e fate lavare loro gli occhi! Sarà un segno di come vedere Gesù risorto...».

L’invito di Bergoglio durante l’udienza di ieri attinge a una antica usanza popolare, e il Papa ha sempre mostrato grande rispetto della pietà popolare, la «teologia del popolo». Ma non si tratta solo di questo. Oggi comincia il «Triduo pasquale»: nel pomeriggio Francesco andrà nel carcere di Regina Coeli per il rito della lavanda dei piedi a dodici carcerati (otto cattolici, un ortodosso, due musulmani e un buddista), domani sera presiederà la via Crucis al Colosseo, sabato guiderà la Veglia in San Pietro e domenica mattina celebrerà la messa in piazza.

È Pasqua «la festa più importante della nostra fede», spiega nella sua catechesi, «perché è la festa della nostra salvezza, la festa dell’amore di Dio per noi, la celebrazio­ne della sua morte e Risurrezio­ne». Qui c’è il «kerygma», l’essenziale dell’annuncio cristiano: «Le cose vecchie sono passate e ne sono nate di nuove», dice con San Paolo. «Rinascere», ecco l’essenziale, per questo a Pasqua si battezza: «L’unico che ci fa rinascere di nuovo è Gesù Cristo. Nessun altro».

L’abitudine di lavare gli occhi ai bimbi con l’acqua richiama

In tanti Paesi c’è l’abitudine che, quando il giorno di Pasqua si ascoltano le campane, le mamme e le nonne portano i bambini a lavare gli occhi con l’acqua, segno di poter vedere le cose di Gesù

il battesimo. Nel testo originale greco dei Vangeli la parola conversion­e è «metanoia», e il verbo «metanoein» significa alla lettera «cambiare mente», guardare in modo diverso alle cose: il «nous», l’intelletto, è collegato alla vista e già Platone parla nella «Repubblica» di «to tes psyches omma», l’occhio dell’anima. È come nel racconto della guarigione del cieco dalla nascita, nel capitolo 9 del Vangelo di Giovanni: «Finché sono nel mondo, sono luce del mondo», dice Gesù. E dopo aver spalmato di fango gli occhi del cieco gli dice di andare a «lavarsi nella piscina di Siloe».

Per questo Francesco scandisce: «In questa Pasqua lasciamoci lavare l’anima, lavare gli occhi dell’anima, per vedere le cose belle, e fare delle cose belle. E questo è meraviglio­so!». Con il battesimo «siamo risorti con Gesù e siamo morti alle cose e alla logica del mondo, siamo rinati come creature nuove». Nell’«esistenza concreta, giorno per giorno», si tratta di chinarsi sul prossimo, «soprattutt­o il più piccolo e il più sofferente». Lavarsi gli occhi, per non essere cristiani di facciata, conclude duro Francesco: «I cristiani finti che vivono una vita corrotta finiranno male. Pensiamo ai cosiddetti “cristiani mafiosi”. Questi di cristiano non hanno nulla: si dicono cristiani, ma portano la morte nell’anima e agli altri. Preghiamo per loro, perché il Signore tocchi la loro anima».

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dipinto su tavola di Andrea del Verrocchio, Leonardo da Vinci (sopra) e altri pittori di bottega, databile tra il 1475 e il 1478. È conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze. L’opera fu realizzata per il monastero...
Battesimo A sinistra dipinto su tavola di Andrea del Verrocchio, Leonardo da Vinci (sopra) e altri pittori di bottega, databile tra il 1475 e il 1478. È conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze. L’opera fu realizzata per il monastero...
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Sorrisi Papa Francesco
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