Il tonfo di Amazon e Tesla La grande caduta dei big tech
L’inchiesta sulla guida autonoma. Pil Usa rivisto al rialzo, più 2,9%
WASHINGTON La spinta dell’economia reale. La sofferenza dei titoli tecnologici americani. Le Borse sbandano, ma a fine giornata tornano a galla: Milano chiude con il +0,55%; Londra, +0,64%; Parigi con il +0,29%. Resta sotto Francoforte con il -0,25%. Segnali di una fase confusa, nervosa. Wall Street oscilla per tutta la seduta intorno alla parità.
La prima, buona notizia arriva dal Dipartimento del Commercio di Washington: nel quarto trimestre del 2017 il prodotto interno lordo è aumentato del 2,9%. Quattro centesimi in più rispetto alla lettura precedente: 2,5% e due centesimi oltre le attese degli investitori, collocate al 2,7%.
La Casa Bianca ha subito capitalizzato politicamente il dato con una nota ufficiale: «La crescita più veloce del previsto riflette in parte l’aumento della spesa da parte dei consumatori per i servizi, compresa la riparazione delle auto. Questo 2,9% segue l’incremento del 3,1% nel secondo trimestre e del 3,2 % del terzo trimestre. Su base annua la crescita è pari al 2,3%, un solido rimbalzo rispetto all’1,5% del 2016. Il presidente Donald Trump confida in un’ulteriore crescita nel 2018, grazie al taglio delle tasse e all’aumento della spesa pubblica».
Il report conferma anche l’analisi del neo presidente della Federal Reserve, Jerome Powell: l’economia ha cominciato ad accelerare. Anche se nella sua prima conferenza stampa, mercoledì 21 marzo, Powell si è dimostrato più prudente, prevedendo un pil al 2,7% nel 2018 e del 2,4% nel 2019. Numeri lontani dal «boom» oltre il 3% annunciato da Trump.
I rischi maggiori, per un curioso paradosso, arrivano proprio dal settore tecnologico, il moltiplicatore di ricchezza più formidabile nel sistema americano. Il Wall Street Journal scrive che messe insieme Facebook, Amazon, Apple, Microsoft e Alphabet coprono il 45% dei «capital gain» conseguiti in un anno dalle prime 500 imprese quotate a Wall Street (indice S&P, calcolo riferito al 12 marzo 2018).
Ma ora il crollo è generalizzato.
Prima il caso Facebookcambridge Analyitica. Anche se ieri il titolo è tornato in superficie, dopo che Mark Zuckerberg ha annunciato altre correzioni per tutelare la privacy. Gli utenti potranno rintracciare più facilmente i propri dati personali e controllare che non siano stati ceduti ad altre aziende. Ma i tonfi più rumorosi sono stati quelli di Tesla (-8% circa) e Amazon (-4,8% circa). Sulla società di Elon Musk pesano le voci di una possibile inchiesta molto severa da parte del National transportation safety board sull’incidente di venerdì scorso 23 marzo in California: l’auto senza pilota si è schiantata contro il muretto di protezione in autostrada. Il passeggero è morto. Quattro giorni prima, in Florida, la macchina automatica aveva investito una donna che stava attraversando sulle strisce pedonali.
Le insidie per Amazon vengono direttamente dalla Casa Bianca. Secondo i media americani Trump vorrebbe ridimensionare, con regole più stringenti, lo strapotere sul commercio online di Jeff Bezos. Anche le altre faticano: Apple, Alphabet (Google), Netflix.