Corriere della Sera

Il tonfo di Amazon e Tesla La grande caduta dei big tech

L’inchiesta sulla guida autonoma. Pil Usa rivisto al rialzo, più 2,9%

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

WASHINGTON La spinta dell’economia reale. La sofferenza dei titoli tecnologic­i americani. Le Borse sbandano, ma a fine giornata tornano a galla: Milano chiude con il +0,55%; Londra, +0,64%; Parigi con il +0,29%. Resta sotto Francofort­e con il -0,25%. Segnali di una fase confusa, nervosa. Wall Street oscilla per tutta la seduta intorno alla parità.

La prima, buona notizia arriva dal Dipartimen­to del Commercio di Washington: nel quarto trimestre del 2017 il prodotto interno lordo è aumentato del 2,9%. Quattro centesimi in più rispetto alla lettura precedente: 2,5% e due centesimi oltre le attese degli investitor­i, collocate al 2,7%.

La Casa Bianca ha subito capitalizz­ato politicame­nte il dato con una nota ufficiale: «La crescita più veloce del previsto riflette in parte l’aumento della spesa da parte dei consumator­i per i servizi, compresa la riparazion­e delle auto. Questo 2,9% segue l’incremento del 3,1% nel secondo trimestre e del 3,2 % del terzo trimestre. Su base annua la crescita è pari al 2,3%, un solido rimbalzo rispetto all’1,5% del 2016. Il presidente Donald Trump confida in un’ulteriore crescita nel 2018, grazie al taglio delle tasse e all’aumento della spesa pubblica».

Il report conferma anche l’analisi del neo presidente della Federal Reserve, Jerome Powell: l’economia ha cominciato ad accelerare. Anche se nella sua prima conferenza stampa, mercoledì 21 marzo, Powell si è dimostrato più prudente, prevedendo un pil al 2,7% nel 2018 e del 2,4% nel 2019. Numeri lontani dal «boom» oltre il 3% annunciato da Trump.

I rischi maggiori, per un curioso paradosso, arrivano proprio dal settore tecnologic­o, il moltiplica­tore di ricchezza più formidabil­e nel sistema americano. Il Wall Street Journal scrive che messe insieme Facebook, Amazon, Apple, Microsoft e Alphabet coprono il 45% dei «capital gain» conseguiti in un anno dalle prime 500 imprese quotate a Wall Street (indice S&P, calcolo riferito al 12 marzo 2018).

Ma ora il crollo è generalizz­ato.

Prima il caso Facebookca­mbridge Analyitica. Anche se ieri il titolo è tornato in superficie, dopo che Mark Zuckerberg ha annunciato altre correzioni per tutelare la privacy. Gli utenti potranno rintraccia­re più facilmente i propri dati personali e controllar­e che non siano stati ceduti ad altre aziende. Ma i tonfi più rumorosi sono stati quelli di Tesla (-8% circa) e Amazon (-4,8% circa). Sulla società di Elon Musk pesano le voci di una possibile inchiesta molto severa da parte del National transporta­tion safety board sull’incidente di venerdì scorso 23 marzo in California: l’auto senza pilota si è schiantata contro il muretto di protezione in autostrada. Il passeggero è morto. Quattro giorni prima, in Florida, la macchina automatica aveva investito una donna che stava attraversa­ndo sulle strisce pedonali.

Le insidie per Amazon vengono direttamen­te dalla Casa Bianca. Secondo i media americani Trump vorrebbe ridimensio­nare, con regole più stringenti, lo strapotere sul commercio online di Jeff Bezos. Anche le altre faticano: Apple, Alphabet (Google), Netflix.

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Oltre il petrolio Il ceo Softbank Masayoshi Son e il principe Mohammed bin Salman

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