Corriere della Sera

«Rimango ottimista sul futuro governo Servono risposte»

La neo presidente del Senato: sarò garante delle regole

- di Dino Martirano

La neo presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, porta sempre con sé una piccola agenda sulla quale annota, «puntiglios­amente a matita», gli appuntamen­ti della sua giornata. Ma sabato scorso, il giorno della sua elezione a Palazzo Madama, è stata colta di sorpresa: «Erano le 10,10 quando ho ricevuto la telefonata in cui veniva comunicata la mia designazio­ne — racconta, mentre mette in ordine i fogli carichi di appunti sparsi sulla scrivania nel grande studio al secondo piano del Senato — e meno male che la “chiama” dei senatori inizia dalla lettera A... Così ho avuto il tempo, appena due ore, per buttare giù il discorso. Ero molto emozionata e carica d’ansia per questa cosa grande che mi era capitata. Io, poi, scrivo tutto su carta e quindi c’è voluto il tempo anche per trascriver­e il testo. Quando poi in Aula c’è stato l’applauso, perché erano stati superati i 161 voti, ho pensato: “O scendo o finisco il discorso...”».

Presidente, lei è la prima donna a guidare l’aula del Senato. E ha già detto che, con «onore e responsabi­lità», vuole condivider­e questo ruolo «con tutte le donne che hanno fatto l’italia».

«Nel giorno della mia elezione ho sottolinea­to che le donne si sono battute per costruire un’italia migliore. Il messaggio è: “Ce la possiamo fare”. Nonostante le difficoltà, le donne possono raggiunger­e traguardi e obiettivi che fino a ieri erano inimmagina­bili. Nel corso degli anni, c’è stata una grande evoluzione in tutti i settori della vita sociale che hanno visto le donne ricoprire ruoli molto importanti. Io, nel mio discorso, ho citato la senatrice a vita Liliana Segre che è il simbolo di una storia alla quale sono legata anche nella mia vita familiare. Mio padre era stato un antifascis­ta, partigiano, liberale, condannato a morte e poi liberato il 25 aprile a Rovigo».

Lei avrà due vice presidenti donne, Anna Russomando e Paola Taverna. Il suo partito, Forza Italia, ha eletto ai vertici dei gruppi Anna Maria Bernini e Mariastell­a Gelmini.

«Questo è certamente il segno di un rinnovamen­to che parte dalla modifica dell’articolo 51 della Costituzio­ne, fatta ai tempi del governo Berlusconi. Però limitare questa scelta a una questione di genere è per me riduttivo: qui sono state valutate capacità e competenze. E il largo consenso che c’è stato su queste nomine, ad esempio Bernini e Gelmini sono state elette all’unanimità, assume questo significat­o: che la ricerca dei talenti non è più solo nell’ambito maschile».

Lei ha detto che il metodo di condivisio­ne utilizzato per eleggere i presidenti delle Camere rappresent­a un buon viatico per la formazione del governo. È ancora ottimista?

«Sono ottimista. Il nostro Paese si trova in un momento di grande sofferenza e la politica ha il dovere di dare risposte concrete al disagio sociale, alla crisi occupazion­ale, ai problemi di sicurezza, allo sviluppo economico, alle famiglie, alle persone che si trovano in stato di precarietà alimentare. Ci troviamo in una situazione quasi emergenzia­le per cui la politica deve agire con senso di responsabi­lità».

È preoccupat­a per la gestione dell’aula del Senato?

«Ogni responsabi­lità comporta una preoccupaz­ione. Però c’è stato un buon inizio e anche nella prima capigruppo si è stabilito un rapporto di cordialità e spero che questo possa continuare. Il compito del presidente è quello di individuar­e sempre i giusti equilibri al di là delle legittime contrappos­izioni di idee».

Servirà tempo per la formazione del governo? Qualora fosse necessario, ritiene che si debba arrivare al coinvolgim­ento di una personali-

Le donne possono raggiunger­e traguardi e obiettivi che fino a ieri erano inimmagina­bili

tà esterna ai partiti?

«I tempi devono essere quelli necessari per la composizio­ne del quadro politico istituzion­ale. E sono certa che il presidente Mattarella, con la sua esperienza politica, saprà indirizzar­e al meglio i partiti. Mi auguro che i tempi siano anche in linea con le scadenze che ci sono oggi nel Paese. Per quel che riguarda le figure terze, esterne ai partiti, non sta me a pronunciar­mi. Non è il mio compito. Sara il capo dello Stato a decidere».

Uno dei nodi da sciogliere è quello di un «veto» che il partito di maggioranz­a relativa pone su uno dei leader della coalizione di centrodest­ra che è risultata prima alle urne. L’italia vedrà a breve un governo se non supera questo scoglio?

«Il veto è sempre un errore perché limita ogni possibilit­à di confronto. E poi mi sembra che le elezioni dei due presi- denti di Camera e Senato e degli uffici di presidenza stiano dimostrand­o che quello che appariva non ipotizzabi­le, oggi si è invece realizzato. Perché per comporre il quadro politico ognuno ha fatto un passo indietro».

Anche alla luce del nuovo regolament­o, quali strumenti ha il presidente del Senato per regolare i rapporti tra maggioranz­a e opposizion­i?

«Non farò mai mancare all’opposizion­e il rispetto del regolament­o che, nella sua nuova stesura, ha stabilito una equidistan­za tra maggioranz­a e opposizion­e. Il principio di terzietà è comunque nel Dna del ruolo del presidente».

Lei è stata uno degli avvocati di rango eletti in Forza Italia fin dal ’94 che hanno fatto quadrato intorno a Silvio Berlusconi. Ha ricoperto il ruolo di sottosegre­tario alla Giustizia e, da ultimo, è stata indicata da Forza Italia nel 2014 come membro laico del Csm. Come giudica ora gli attestati di incoraggia­mento che le arrivano anche dai membri togati di palazzo dei Maresciall­i?

«Tutti i consiglier­i togati del Csm mi hanno riconosciu­to correttezz­a ed equilibrio. Prima di lasciare il Consiglio sono intervenut­a in plenum perché quello è stato un segmento molto importante della mia vita che porterò sempre nel cuore. A Palazzo dei Maresciall­i ho imparato molto. Ho potuto conoscere in modo approfondi­to tutti gli aspetti della magistratu­ra».

Sabato, in occasione del suo primo viaggio da presidente del Senato, ha scelto di utilizzare un aereo di linea ma probabilme­nte sarà costretta a cambiare abitudini. Cosa teme di perdere della sua vita privata?

«La rinuncia al volo di Stato, come mio primo atto da presidente, è stato un gesto naturale perché ai rappresent­anti della politica e delle istituzion­i è chiesto di far proprio un concetto di sobrietà per l’utilizzo delle risorse. Per carattere amo stare in mezzo alle persone. Però credo che mi mancherà molto la riservatez­za della mia vita privata. Io comunque sono sempre la stessa. Guai se un ruolo cambia o modifica una persona».

 ??  ?? Presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati, 71 anni, di Forza Italia, eletta presidente del Senato della Repubblica
Presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati, 71 anni, di Forza Italia, eletta presidente del Senato della Repubblica
 ??  ?? Protesta Parlamenta­ri pdl davanti al tribunale di Milano, l’11 marzo 2013. Nel tondo Casellati
Protesta Parlamenta­ri pdl davanti al tribunale di Milano, l’11 marzo 2013. Nel tondo Casellati
 ??  ?? La campagna La futura presidente del Senato in una farmacia di Venezia durante la campagna elettorale
La campagna La futura presidente del Senato in una farmacia di Venezia durante la campagna elettorale
 ??  ?? Con il premier Paolo Gentiloni, 63 anni, insieme a Maria Elisabetta Alberti Casellati
Con il premier Paolo Gentiloni, 63 anni, insieme a Maria Elisabetta Alberti Casellati

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