Corriere della Sera

In aula il delitto della moglie si trasforma in uno show

Ravenna, il medico accusato: «Perché non mi ridate i pantaloni abbinati?»

- Il legale (Lapresse)

Lo stesso spezzato, camicia azzurra e cravatta a righe. Seduto a gambe larghe, davanti al microfono. Non si è mai presentato in disordine: le altre volte era in abito scuro e camicia bianca. Perché lui è un «predestina­to». Così si descriveva nel suo sito Internet prima dell’arresto: «In un certo senso mi sono sempre sentito un predestina­to, dal nonno e dallo zio chirurghi entrambi primari di chirurgia generale in tempi in cui ancora un chirurgo doveva essere in grado di operare tutto».

Matteo Cagnoni, 53 anni, il «dermatolog­o delle dive», ospite fisso dei tg e dei programmi di salute, ex miglior partito di Ravenna fino all’incontro con Giulia Ballestri, quindici anni fa, assassinat­a a colpi di bastone il 16 settembre 2016. È accusato lui del delitto: il dottore marito della vittima, padre dei loro tre figli di 12, dieci e sette anni.

Il 26 e il 23 marzo davanti alla Corte di Assise della sua città si è svolto l’interrogat­orio. Aula piena, soprattutt­o venerdì scorso, quando molti sono rimasti fuori con il cane e il telefonino in mano, a testimonia­re la loro presenza. «Una roba da non credere, è proprio vero che quando ci sono sesso e sangue l’attenzione della gente è morbosa», dice Giovanni Scudellari, l’avvocato che assiste il fratello di Giulia, i genitori e i suoi bambini.

Il dottore nega tutto. «Non sono un mostro». E anzi ricorda il «meraviglio­so rapporto durato dieci anni, il più bello che abbia mai avuto, nonostante l’ultimo anno». Giulia, l’amore della sua vita. «L’ho conosciuta sul lavoro, era una mia paziente (...). Veniva da un periodo difficile, era in crisi con un giro di amicizie della Ravenna bene che la usavano, se la portavano dietro perché era carina (...). Era un ambiente dove giravano anche droghe, se è questo l’ambiente da cui l’ho allontanat­a, son ben contento».

Infarcisce di giudizi le sue ammissioni di non colpevolez­za. Sulle amicizie, per esempio: «Io non le ho mai impedito di frequentar­e nessuna di queste persone (...). Giulia era molto pigra, non chiamava spesso, non manifestav­a il desiderio di uscire da sola con gli amici». E poi: «Giulia usava la gente a suo uso e consumo, diceva e non diceva, diceva anche un sacco di bugie, cioè su di me mi ha fatto un vestitino che io ho avuto una crisi quando ho letto gli atti perché non c’è nulla o quasi di vero di quello che lei dice di me».

Il dottore è magnanimo. «Non ho mai sentito parlare un giornale degli sms che ho mandato in quei giorni (della crisi coniugale, ndr) agli amici». Ne cita uno: «Mi sa che mi toccherà farle da padre anche da dopo separato». Un altro: «Continuerò a volerle bene». E sì che lo avevano avvisato. «Stai attento perché è una ragazza che se mette un rapporto in crisi, lo mette veramente, cioè ti può esplodere come una mina da un momento all’altro». Ma lui: «Con me non succederà, io la salverò».

La verità è che Giulia Ballestri non è riuscita a salvare se stessa. E l’uomo seduto nel banco degli imputati con l’accusa di omicidio volontario con le aggravanti della premeditaz­ione e della crudeltà è lo stesso che al pubblico ministero Cristina D’aniello si è preoccupat­o di chiedere, sulle circostanz­e del suo arresto: «Non ho capito perché mi hanno tolto quelle scarpe, che a me piacevano tanto, che poi avevo anche un paio di pantaloni abbinati, non ho capito perché non me li hanno ancora resi».

 Incredibil­e la fila di persone in attesa fuori dal tribunale con il telefonino in mano

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Imputato Matteo Cagnoni in aula, imputato dell’omicidio della moglie Giulia Ballestri, nella foto sotto

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