Corriere della Sera

La disfida dei negozi «Uno su 5 aperto» E in sei regioni scattano gli scioperi

- Pasqua Pasquetta 48%

«Vi romperemo le uova nel paniere». «Pasqua con chi vuoi? Certo, ma non al lavoro». «La festa non si vende». Quindi, niente shopping a Pasqua e Pasquetta, perché nei centri commercial­i e nei supermerca­ti di Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia e Sicilia non ci sarà nessuno. Questo almeno l’obiettivo dei sindacati del commercio Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs che hanno proclamato uno sciopero per il primo e il 2 aprile contro le aperture dei negozi nei giorni festivi. «Nelle festività si sta in famiglia — spiegano —, il commercio non è un servizio essenziale e la Corte Costituzio­nale, sancendo il diritto di astenersi dal lavoro in quei giorni, ha riconosciu­to il diritto generale al godimento del giorno festivo». La questione torna a porsi ancora una volta perché, con l’arrivo di Pasqua e Pasquetta, in tutta Italia molte grandi catene di distribuzi­one La protesta

● Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato lo sciopero contro le aperture dei negozi nelle giornate di Pasqua e Pasquetta

● Lo sciopero riguarda centri commercial­i e supermerca­ti di Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Sicilia e Veneto

● Alla base delle iniziative il no alla liberalizz­azione selvaggia degli orari e il rispetto delle festività e supermerca­ti hanno annunciato aperture straordina­rie. Che per i dipendenti significa però obbligo lavorativo, oltretutto senza un adeguato riconoscim­ento salariale, sostengono i sindacati. Una scelta che, aggiungono, è «uno stravolgim­ento del vivere sociale della nostra comunità fondata anche sul valore sociale delle festività», e che «non ha portato vantaggi, ma aumentato la precarietà». Non la pensa così Federdistr­ibuzione che sottolinea il «servizio per cittadini e turisti: noi andiamo incontro alle loro esigenze offrendo una società con servizi sempre più fruibili».

Perciò a Pasqua il 19% dei negozi della grande distribuzi­one sarà aperto. Chiuse invece le grandi catene di mobili e gli outlet, tranne quello di Serravalle, dove azienda e sindacati per questa occasione hanno trovato un accordo: a Pasqua l’apertura sarà dalle 14 alle 20. Ma è soprattutt­o nelle grandi città e nelle località turistiche che si troveranno le saracinesc­he aperte. Mario Resca di Confimpres­e dice che «il mercato si sta riprendend­o e i turisti arrivano da tutto il mondo: chiudere è un controsens­o in un Paese che ha dato il via al libero mercato e però non si adegua alle esigenze del retail che crea occupazion­e».

Fu il governo Monti nel 2011, con il decreto Salva Italia, a permettere l’apertura 24 ore su 24, festivi inclusi, di negozi e supermerca­ti. Con la liberalizz­azione degli orari è cresciuto però il disagio dei lavoratori obbligati a lavorare

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