La disfida dei negozi «Uno su 5 aperto» E in sei regioni scattano gli scioperi
«Vi romperemo le uova nel paniere». «Pasqua con chi vuoi? Certo, ma non al lavoro». «La festa non si vende». Quindi, niente shopping a Pasqua e Pasquetta, perché nei centri commerciali e nei supermercati di Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia e Sicilia non ci sarà nessuno. Questo almeno l’obiettivo dei sindacati del commercio Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs che hanno proclamato uno sciopero per il primo e il 2 aprile contro le aperture dei negozi nei giorni festivi. «Nelle festività si sta in famiglia — spiegano —, il commercio non è un servizio essenziale e la Corte Costituzionale, sancendo il diritto di astenersi dal lavoro in quei giorni, ha riconosciuto il diritto generale al godimento del giorno festivo». La questione torna a porsi ancora una volta perché, con l’arrivo di Pasqua e Pasquetta, in tutta Italia molte grandi catene di distribuzione La protesta
● Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato lo sciopero contro le aperture dei negozi nelle giornate di Pasqua e Pasquetta
● Lo sciopero riguarda centri commerciali e supermercati di Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Sicilia e Veneto
● Alla base delle iniziative il no alla liberalizzazione selvaggia degli orari e il rispetto delle festività e supermercati hanno annunciato aperture straordinarie. Che per i dipendenti significa però obbligo lavorativo, oltretutto senza un adeguato riconoscimento salariale, sostengono i sindacati. Una scelta che, aggiungono, è «uno stravolgimento del vivere sociale della nostra comunità fondata anche sul valore sociale delle festività», e che «non ha portato vantaggi, ma aumentato la precarietà». Non la pensa così Federdistribuzione che sottolinea il «servizio per cittadini e turisti: noi andiamo incontro alle loro esigenze offrendo una società con servizi sempre più fruibili».
Perciò a Pasqua il 19% dei negozi della grande distribuzione sarà aperto. Chiuse invece le grandi catene di mobili e gli outlet, tranne quello di Serravalle, dove azienda e sindacati per questa occasione hanno trovato un accordo: a Pasqua l’apertura sarà dalle 14 alle 20. Ma è soprattutto nelle grandi città e nelle località turistiche che si troveranno le saracinesche aperte. Mario Resca di Confimprese dice che «il mercato si sta riprendendo e i turisti arrivano da tutto il mondo: chiudere è un controsenso in un Paese che ha dato il via al libero mercato e però non si adegua alle esigenze del retail che crea occupazione».
Fu il governo Monti nel 2011, con il decreto Salva Italia, a permettere l’apertura 24 ore su 24, festivi inclusi, di negozi e supermercati. Con la liberalizzazione degli orari è cresciuto però il disagio dei lavoratori obbligati a lavorare