Corriere della Sera

La lotta animalista per salvare gli agnelli «Nuovi limiti sull’età della macellazio­ne»

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Gli animalisti la chiamano strage di Pasqua. Nulla a che fare con gli umani, naturalmen­te. Le vittime, spiegano i loro rappresent­anti, sono i milioni di capretti e agnellini macellati che ogni anno di questi tempi finiscono nei piatti degli italiani. Gli animalisti si battono per sconfigger­e la «mattanza» e più di un’idea per frenarla ce l’avrebbero.

Michela Vittoria Brambilla è presidente del Movimento Animalista ma è anche una parlamenta­re. E come tale rivendica l’iniziativa politico-legislativ­a che a suo parere potrebbe limitare le «stragi»: «Ho presentato 37 proposte di legge. Tra queste c’è quella di vietare la macellazio­ne di animali che non hanno raggiunto l’età adulta». Il consumo, aggiunge, è in costante diminuzion­e: «Siamo passati dagli 812 mila capi macellati durante il periodo pasquale del 2010 ai circa 420 mila del 2017». Brambilla è vegana, non mangia carne. Nella querelle è di parte. «Non voglio però vietare niente a nessuno. Invito soltanto le persone a documentar­si, a vedere come La bozza

● Michela Vittoria Brambilla, deputata di Forza Italia e presidente del Movimento Animalista, ha presentato a Montecitor­io una proposta di legge per vietare la macellazio­ne di animali che non hanno raggiunto l’età adulta

● Secondo l’istat il consumo annuale di carne ovina è passato dai 5 milioni del 2012 ai 2,5 milioni del 2014. Il 2017 è in leggera salita vengono uccisi gli animali. Noi non abbiamo il diritto di far soffrire un’altra creatura».

Ricorda un suo aneddoto Carla Rocchi, ex sottosegre­tario alla Salute, oggi presidente dell’enpa, un’altra associazio­ne animalista in prima linea nella battaglia per l’agnello (vivo). «Il ministro mi diceva: si ricordi che il fumo fa male, ma la carne di più». Il ministro in questione era Umberto Veronesi, nei primi anni duemila a capo della Sanità italiana. L’enpa ha lanciato il suo grido di battaglia con una campagna comunicati­va forte: il simbolo è una foto di bambina con un agnellino. Lo slogan recita: «Pasqua buona. Lei crescerà lui no».

La questione investe naturalmen­te tutta la galassia animalista. Che prende di mira non solo i metodi degli allevatori e l’intera filiera della carne; l’obiettivo, più ambizioso, è quello di sconfigger­e la tradizione. Che sarà spazzata, ne sono convinti, dalla comunicazi­one sui social, dalla Rete.

Carla Rocchi per esempio è sicura che dietro i dati pubblicati dall’istat, che segnerebbe­ro un punto a favore degli

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