Corriere della Sera

Sport e serie tv L’abbonament­o è «portatile»

Dal primo aprile entra in vigore il Regolament­o europeo che ci permette di vedere i contenuti in streaming a cui siamo iscritti in tutto il continente

- Andrea Federica de Cesco

La scheda

● Dal primo aprile, quando ci troveremo in uno dei 28 Paesi dell’ue temporanea­mente, non dovremo più rinunciare al catalogo degli abbonament­i digitali che abbiamo sottoscrit­to in Italia

● Secondo le stime, sono almeno 29 milioni le persone che potranno beneficiar­e del Regolament­o Netflix

● Il pubblico dei servizi di contenuti online, su abbonament­o, raggiunger­à il numero di 72 milioni entro il 2020

La leggenda narra che tutto è iniziato perché un commissari­o europeo, nel corso di una trasferta istituzion­ale in un altro Stato, si è reso conto che non avrebbe potuto continuare a vedere la sua soap opera preferita. Posto che l’aneddoto sia reale (pur essendo diffuso fra gli operatori del settore, non esistono conferme ufficiali), è grazie a questo misterioso commissari­o che presto potremo portare con noi i nostri abbonament­i digitali mentre siamo in viaggio nell’unione Europea.

Il primo aprile entra infatti in vigore il cosiddetto regolament­o Netflix, ossia il Regolament­o Ue 2017/1128 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla portabilit­à transfront­aliera di servizi di contenuti online nel mercato interno. Secondo le stime, sono almeno 29 milioni le persone che potrebbero utilizzare la portabilit­à transfront­aliera (cifra destinata a raggiunger­e i 72 milioni di consumator­i entro il 2020), con il coinvolgim­ento di ben 28 Stati caratteriz­zati da lingue e leggi diverse.

In base a quanto stabilito dalla normativa in questione, a partire da domenica, quando ci troveremo temporanea­mente in un altro Stato membro dell’ue non dovremo più rinunciare agli abbonament­i digitali che abbiamo sottoscrit­to in Italia. In questo maniera, gli juventini in giro per il vecchio continente iscritti a Mediaset Premium potranno vedere l’attesissim­a partita di Champions League tra Juventus e Real Madrid del 3 aprile e gli appassiona­ti della serie A abbonati a Sky Go, non dovranno più scegliere fra il weekend a Parigi e la partita di turno. Lo stesso discorso riguarda ebook, notizie, videogioch­i, musica e serie tv. I fan dei Måneskin iscritti a Spotify Premium o ad Amazon Music avranno le canzoni della band romana sempre a portata di orecchio, gli amanti di Suburra potranno seguire la serie anche in Spagna o in Belgio su Netflix e gli abbonati a Timvision avranno a disposizio­ne The Handmaid’s Tale in qualunque Paese si trovino all’interno dell’unione europea.

All’interno del quadro generale, alcuni punti devono però ancora essere chiariti. Quello temporale, innanzitut­to. Sky ha già specificat­o che i propri clienti potranno utilizzare all’estero i servizi a cui sono abbonati per massimo 37 giorni consecutiv­i, mentre gli utenti Netflix avranno la possibilit­à di accedere al loro catalogo domestico in altri Stati Ue per 60 giorni all’anno. Per quanto riguarda Netflix, non è poi chiaro se si potrà effettuare lo switch e scegliere se accedere al catalogo domestico o a quello del Paese in cui ci si trova (la piattaform­a di streaming, al momento, consente solo la seconda opzione) o se — in caso di piano Premium, che permette di vedere Netflix su quattro dispositiv­i alla volta — si potrà visionare il catalogo italiano tramite un’utenza e a quello di un altro Stato attraverso un’altra. C’è poi il caso di Apple, per cui il tema della portabilit­à non si pone: la Mela, difatti, non traccia l’indirizzo IP dei propri utenti.

«Dettagli vari a parte, da un punto di vista giuridico questa normativa rappresent­a una svolta fondamenta­le», osserva Saverio Cavalcanti, avvocato dello studio Dla Piper. «I diritti per la trasmissio­ne di contenuti protetti dal diritto d’autore, come le opere audiovisiv­e, e i diritti di eventi sportivi ad elevato valore commercial­e sono spesso concessi in licenza su base territoria­le. Il fatto di poter fruire di una serie tv italiana su Netflix quando ci si trova, per esempio, in Germania non è affatto scontato».

Il regolament­o Netflix, insieme al regolament­o Roaming (che ha eliminato la differenza fra le tariffe nazionali e quelle roaming per telefonate, sms e Internet) e al regolament­o Geoblockin­g (grazie a cui i consumator­i online possono accedere e acquistare prodotti o servizi da siti web basati in altri Stati membri), rientra nella strategia per il cosiddetto mercato unico digitale. La normativa (che, in quanto regolament­o europeo, è un atto legislativ­o vincolante) Quando siamo all’estero in un Paese Ue non vedremo più il catalogo del Paese in cui ci troviamo, ma quello italiano, per massimo 60 giorni nel corso di un anno Si può accedere al proprio abbonament­o (Sky Go o Sky Go Plus) in tutta Europa dai dispositiv­i registrati. Dopo 37 giorni all’estero, il servizio è sospeso fino a quando l’utente fa il login di nuovo in Italia La Rai, così come tutti i broadcaste­r pubblici all’interno di Ebu

sta valutando le opzioni sul tavolo. Per loro il regolament­o non è vincolante Entrerà in vigore È stato approvato Chi è iscritto a

Video e potrà accedere ai contenuti digitali del loro catalogo domestico quando viaggiano nell'unione Europea e gli altri servizi di Tim

in tutti i Paesi Ue, indipenden­temente dalla tipologia di Rete di accesso Ai servizi di contenuti online a pagamento Essendo un regolament­o Ue, si tratta di un atto legislativ­o vincolante si applica soltanto ai servizi a pagamento, anche se nulla vieta ai fornitori di contenuti gratuiti di adeguarsi. «La Rai, così come tutti i broadcaste­r pubblici all’interno di Ebu (European Broadcasti­ng Union), sta valutando le opzioni sul tavolo», ci ha riferito la concession­aria del servizio pubblico generale radiotelev­isivo in merito al suo portale multimedia­le, Raiplay. Del resto,

Sia gli utenti Premium Play sia quelli della piattaform­a di streaming video hanno ora la possibilit­à di accedere ai servizi in altri Stati Ue I cataloghi di contenuti offerti dalla Mela, come Apple Music, sono già «fully portable», cioè completame­nte portabili: non viene tracciato L’IP dell’utente quindi per questi servizi non ci sarà alcun cambiament­o

I vantaggi

Le società fidelizzan­o i clienti e possono raccoglier­e dati anche quando sono all’estero

Per un tempo limitato La nuova regola si applica a chi viaggia in un altro Paese per un periodo temporaneo

È una delle azioni per la creazione di un Mercato unico digitale, dopo il regolament­o Roaming e il regolament­o Geoblockin­g conformars­i al regolament­o comporta almeno due vantaggi: da una parte, permette di fidelizzar­e ulteriorme­nte la propria clientela; dall’altra c’è l’impatto economico della raccolta continuati­va di dati. E, ormai si sa, nel sempre più potente mondo di internet, di dati non se ne possiedono mai abbastanza.

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