Corriere della Sera

La circolare delle Entrate che sfida il patto della fabbrica

- di Rita Querzé

Ottocento euro l’anno di sgravi sui contributi per ogni lavoratore. Questo assicura la legge di Bilancio 2017 alle aziende che assegnano un premio di produttivi­tà tramite un piano di partecipaz­ione dei dipendenti. Da notare: si tratta di un’agevolazio­ne aggiuntiva perché i premi di produttivi­tà sono già agevolati, soprattutt­o se pagati in welfare. Visto che le aziende che hanno garantisco­no premi di produttivi­tà attraverso un piano partecipat­ivo sono già un migliaio l’agenzia delle entrate vuole vederci chiaro. E assicurars­i che la partecipaz­ione non sia fittizia, solo per avere gli sgravi. Si capisce così la ratio della circolare che ha emanato ieri l’agenzia. Dove le caratteris­tiche della «vera» partecipaz­ione aziendale sono definite nel dettaglio. «Fin troppo nel dettaglio» obietteran­no le rappresent­anze delle imprese e dei lavoratori. In effetti la circolare spiega che il coinvolgim­ento paritetico dei lavoratori «deve essere formalizza­to a livello aziendale tramite un apposito piano». Inoltre «il piano deve indicare tra le azioni gli schemi organizzat­ivi di innovazion­e partecipat­a (sop) o i programmi di gestione partecipat­a (pgp)». Confindust­ria e Cgil, Cisl, Uil ora hanno un’occasione per mettere alla prova il patto della fabbrica, che di partecipaz­ione parla largamente. Si tratta di dare una mano alle imprese che vogliono seguire questa strada.

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