Corriere della Sera

La nuova battaglia di Amal: far scarcerare i 2 giornalist­i dei reportage sui Rohingya

- Alessandra Muglia

L’ annuncio della nuova battaglia di Amal, sposata Clooney, un risultato l’ha già ottenuto. Ha acceso i riflettori sul caso quasi dimenticat­o dei due giornalist­i della Reuters detenuti da dicembre nelle carceri birmane. I due reporter stavano documentan­do le esecuzioni di massa dei Rohingya nel Paese a maggioranz­a buddista, un «genocidio» secondo l’onu. Sarà questa paladina dei diritti umani, resa celebre dalle nozze hollywoodi­ane, a difenderli nel processo che li vede imputati con l’accusa di «possesso di documenti governativ­i riservati». Un reato che, se confermato, potrebbe costare 14 anni di cella.

In realtà, secondo quanto riferito dai due giornalist­i ai familiari, i documenti in questione sarebbero stati consegnati loro da due poliziotti, durante una cena in un ristorante nella capitale, Yangon. L’invito si è rivelato una trappola: subito dopo sono scattate le manette.

«Wa Lone e Kyaw Soe Oo sono stati perseguiti sempliceme­nte perché davano notizie. Ho rivisto il caso ed è chiaro oltre ogni dubbio che i due giornalist­i sono innocenti e dovrebbero essere rilasciati immediatam­ente», ha dichiarato ieri Amal, denunciand­o il fatto che ai due giovani reporter sia stata negata la libertà su cauzione.

Due profession­isti birmani(agli stranieri l’ingresso nel Paese è proibito), giovani e coraggiosi: Wa Lone, 31 anni, nato nel nord e basato nella capitale, e Kyaw Soe Oo, 27, buddista del Rakhine, la regione settentrio­nale dove si concentrav­ano i Rohingya prima di essere messa a ferro e fuoco dall’esercito dopo i disordini d’agosto. Per anni era riuscito a tenersi lontano dalle tensioni tra buddisti e musulmani sotto casa, ma l’escalation del conflitto lo ha portato al giornalism­o. Insieme a Wa Lone, questo 27enne ha documentat­o lo sterminio di 10 Rohingya — 8 adulti e 2 ragazzi — poi riversati in una fossa comune, per mano delle forze di sicurezza, sostenute da residenti buddisti in un villaggio del «suo» Rahkine.

Il loro lavoro ha un che di unico. Fino a quel momento i resoconti delle violenze contro la minoranza musulmana si erano basati sulle testimonia­nze delle vittime (o sulle immagini satellitar­i). La ricostruzi­one dei due reporter invece per la prima volta ricorreva alle confession­i degli «aguzzini»: residenti buddisti che ammettevan­o di aver saccheggia­to e dato fuoco alle case dei Rohingya, di averne ucciso gli abitanti, e agenti che riferivano dei soldati implicati. In particolar­e membri della polizia paramilita­re hanno fornito descrizion­i accurate dell’operazione condotta a Inn Din che confermano il ruolo di primo piano svolto dai militari. «Una tomba per dieci persone» riferiva Soe Chay, soldato in pensione che aveva contribuit­o a scavare la fossa e aveva assistito all’esecuzione. «I soldati colpivano ogni uomo due o tre volte ma alcuni erano ancora vivi quando venivano seppelliti», ha raccontato.

«L’esito di questo caso ci dirà molto dell’impegno del Myanmar sullo stato di diritto e la libertà di parola», ha osservato Amal. L’avvocato-attivista nel 2015 era riuscita a far scarcerare due giornalist­i di Al Jazeera detenuti in Egitto. La sua ultima grande battaglia è quella condotta in difesa di Nadia Murad e delle altre yazide, le donne curde rapite e sfruttate come schiave del sesso dai jihadisti dell’isis che avevano invaso la loro regione, il Sinjar, in Iraq, nel 2014. Una vittoria a metà per ora: nel settembre scorso è passata una risoluzion­e Onu per aprire un’indagine sui crimini contro l’umanità commessi dall’isis ma un tribunale internazio­nale non è ancora stato istituito. Sul caso dei due reporter un primo verdetto è atteso per il 4 aprile: la strada di Amal è in salita.

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Amal Alamuddin, 40 anni, libanese naturalizz­ata britannica, moglie di George Cloneey. La coppia ha due gemelli, Ella e Alexander, di 10 mesi
Avvocato Amal Alamuddin, 40 anni, libanese naturalizz­ata britannica, moglie di George Cloneey. La coppia ha due gemelli, Ella e Alexander, di 10 mesi

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