Corriere della Sera

Il doppio passo di Macron

- di Massimo Nava

Le mosse dei doganieri francesi riflettono la linea di Macron.

L’episodio di Bardonecch­ia è doppiament­e sgradevole. Primo, perché rivela durezze e insensibil­ità da parte francese, non nuove, se si ricordano inseguimen­ti di clandestin­i alla frontiera di Ventimigli­a, le modalità di sgombero della «giungla» di Calais, fino alla grottesca incriminaz­ione di una guida alpina (francese!) colpevole di avere soccorso una migrante. Atteggiame­nti del genere non possono essere attribuiti solo alla disinvoltu­ra di qualche doganiere. Riflettono probabilme­nte direttive e coperture del governo sul controllo dei migranti che vogliono raggiunger­e l’esagono.

Certo, la Francia non è l’egitto e l’incidente diplomatic­o sarà rapidament­e ricomposto, si spera con una maggiore attenzione al peso che il nostro Paese ha sostenuto in questi anni, praticamen­te da solo. In secondo luogo, a Bardonecch­ia si è consumato l’ennesimo errore di politica europea in tema di migrazione, in quanto si conferma la tendenza dei singoli Paesi ad andare per conto proprio, con la tentazione latente di alzare muri, anziché sviluppare una coerente strategia che sappia coniugare, con la fermezza, anche la solidariet­à e la difesa di interessi davvero comuni.

Proprio Emmanuel Macron non sembra sfuggire a questa logica, nonostante voglia rappresent­are — e probabilme­nte lo è — la carta più decisiva per la ricostruzi­one di un’europa messa in discussion­e da movimenti populisti. È la logica dell’interesse nazionale, che si tratti di migranti o di cantieri navali o di operazioni militari. L’opinione pubblica e la politica interna condiziona­no anche le migliori intenzioni. D’altra parte, l’elezione di Macron è il frutto di uno scampato pericolo, nel Paese fino a ieri il più minacciato dalle correnti populiste e nazionalis­te che hanno minato tante certezze persino nella Germania della Merkel.

Un filosofo ha detto che la cultura nazionale è una miscela di grande storia passata e di un ambizioso progetto per il futuro. L’impression­e è che Macron, più che a progetti ambiziosi, stia già pensando alle prossime elezioni.

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