Salah, un milione di voti (per contestare Al Sisi)
Non era in lizza, ma ha ricevuto un milione di voti. Superando l’unico avversario del presidente
Un milione di voti senza nemmeno candidarsi. Succede se ti chiami «Momo» e sei l’attaccante che ha portato l’egitto ai Mondiali con una rete segnata al 94esimo minuto nel tripudio generale. Con l’elezione del generale Al Sisi oramai certa, è l’ex bomber della Roma Mohamed Salah la vera sorpresa delle presidenziali egiziane.
Un milione di voti senza nemmeno candidarsi. Succede se ti chiami «Momo» e sei l’uomo che ha portato l’egitto ai Mondiali con una rete segnata al 94esimo minuto nel tripudio generale.
Mentre l’elezione del Generale Al Sisi pare ormai certa, è Mohamed Salah, la vera sorpresa delle presidenziali egiziane. C’è chi parla di un centinaio di migliaia di voti, chi dice di più. E mentre ancora si tirano fuori le schede dalle urne — i risultati ufficiali arriveranno la settimana prossima — la notizia ieri ha fatto il giro del mondo: l’attaccante del Liverpool ha superato l’unico sfidante del presidente in carica, Moussa Mostafa Moussa, che di preferenze ne ha avute poco più di 680 mila.
Non male per il figlio di un venditore ambulante, nato in un villaggio di Gharbiyya, governatorato tra i più poveri, che da piccolo prendeva ogni giorno tre autobus per andare ad allenarsi al Cairo e che oggi è il capocannoniere del campionato inglese. E non male nemmeno per un ragazzo che in pochi anni s’è conquistato il soprannome di «quarta piramide d’egitto». «La maglia con il numero 10 è la più gettonata tra i ragazzini», confermano i negozianti al Cairo.
A contribuire al mito, la testa sempre bassa, l’umiltà e la devozione. «Momo è uno di noi» hanno sempre detto gli egiziani mentre lui volava in Europa per giocare prima nella Fiorentina e poi nella Roma. Ed è questo il segreto di Salah. Non è cambiato nonostante i successi e i contratti a sei zeri. Ha donato 300 mila dollari a un fondo di sviluppo governativo e leggenda narra che ogni anno torni a casa per il Ramadan per dare da mangiare ai poveri del suo villag- gio da buon musulmano. E anche ieri, dopo aver segnato la rete decisiva contro il Crystal Palace, si è inginocchiato verso la Mecca, la stessa Mecca che ha dato il nome alla sua primogenita.
Allah, il calcio e la famiglia. Non c’è spazio per altro nella vita di Momo. Dopo le due amichevoli con la Svizzera, l’attaccante è volato direttamente a Liverpool invece di passare dal Cairo per votare, segno che lui davvero della politica non si cura. Tutto diverso dal suo mentore e amico, l’ex attaccante Aboutrika esiliato dall’egitto con l’accusa di essere un fiancheggiatore dei Fratelli Musulmani.
Mettersi in testa di cambiare il mondo nel Paese di Al Sisi può costare caro. Solo una volta Salah è stato fotografato a Palazzo, per il resto è quasi sempre riuscito a dribblare il potere. Ma chissà che un giorno questo milione di voti non gli faccia cambiare idea.